«Ogni persona in Ue ha il diritto di essere trattato in maniera eguale» scrive così la Commissione Europea, lanciando delle “nuove formule” augurali. L’idea è quella di eliminare i riferimenti religiosi, perché volti all’inclusività. “Nessun obbligo”, sottolineano, ma considerate le polemiche e le discussioni, subito è arrivato il dietro front europeo.
È giusto sottolineare che, la Commissione Europea non aveva vietato di utilizzare la parola Natale, «Celebrare il Natale e usare nomi e simboli cristiani sono parte della ricca eredità europea. Come Commissione, siamo neutrali sulle questioni delle religioni, abbiamo un costante dialogo con tutte le organizzazioni religiose e non confessionali».
Per il 63% dei nostri lettori, la marcia indietro dell’Ue è più che giusta.
“Polemiche inutili, i problemi sono altri” ci scrive Francesca.
“Sono le nostre tradizioni, perché sindacare?” continua Giovanni.
Anche il mondo politico non è mancato a controbattere: «Maria, Giuseppe. Viva il Natale. Sperando che in Europa nessuno si offenda», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, dissenso anche da Giorgia Meloni che twetta:” La Commissione Europea, tramite un documento interno, considera il Natale festività poco “inclusiva”. Nel bersaglio anche i nomi Maria e Giovanni. Il motivo? Potrebbero risultare “offensivi” per i non cristiani. Ora basta: la nostra storia e la nostra identità non si cancellano”.
Non convincono quindi, i consigli contenuti nel documento “Union of Equality”, continuiamo ad augurarci buon Natale e, all’occorrenza, anche Buone Feste.
Al prossimo sondaggio.