Far rinascere il borgo di Roscigno Vecchia è un’ipotesi possibile? Nei sogni si, nella realtà dipenderà dalle risorse, perché quella che è stata ribattezzata la Pompei del ‘900 potrebbe dare impulso allo sviluppo dell’intero territorio, diventare un museo a cielo aperto, attirare turisti da ogni luogo, ma affinché ciò avvenga c’è bisogno dei fondi e soprattutto di osare, perché per un piccolo borgo avviare un progetto di una così grande complessità non è certo semplice.
Ma l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pino Palmeri, talvolta criticata proprio per l’assenza di progetti di sviluppo dell’area, proverà ora a far sì che i sogni diventino realtà.
«Le risorse finanziarie ci sono. Bisogna solamente costruire idee progettuali valide». Così si esprime il primo cittadino ma, come recitano i vecchi detti, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Tuttavia la rotta sembra essere finalmente quella giusta.
Il Comune alburnino, infatti, ha scelto di partecipare ad un bando dell’Agenzia per la Coesione territoriale. Quest’ultima ha pubblicato un avviso per la candidatura di idee progettuali da ammettere ad una procedura negoziale finalizzata al finanziamento di interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti per la creazione di ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno. Ad essere finanziati saranno progetti di un valore compreso tra gli 11 milioni e i 90 milioni.
Roscigno punta alla costituzione di un centro di Ricerca Territoriale per l’Innovazione della Resilienza Idrogeologica dei Sistemi di Sicurezza Sociale del Geoparco del Cilento Interno per il restauro e la conservazione del patrimonio archeologico del comune alburnino e dell’intero comprensorio. Ammontare dell’investimento oltre 26milioni di euro.
L’iniziativa non coinvolgerà soltanto il Comune ma anche l’Università Federico II e il Consorzio Inter Universitario per la Prevenzione dei Grandi Rischi. La somma è ingenti, i fondi ci sono, Roscigno osa… e sogna.