“Rabbia e dolore, non provo altro. Davanti a me c’è solo buio. Solo mio figlio può darmi la forza di andare avanti“. Salvatore Palmigiano non riesce a darsi pace per aver perso sua moglie Antonietta e la sua piccola Sharon. Oggi entrambe torneranno a Montano Antilia rinchiuse in due casse bianche per l’ultimo saluto.
La giovane di 26 anni é deceduta due giorni fa dopo tre mesi di ricovero nel Reparto di Rianimazione del Policlinico Federico II di Napoli.
Antonietta era risultata positiva al Covid 19 a ferragosto mentre aspettava la sua seconda bambina. Era alla 24esima settimana e non si era sottoposta alla vaccinazione. “Così le aveva consigliato il suo ginecologo – racconta il marito – era al sesto mese di gravidanza ed ha preferito ascoltare le parole del medico“.
Salvatore è vaccinato e tiene a ribadire che anche la sua Antonietta era pronta a ricevere il siero ma “se senti un dottore che ti consiglia di non farlo, segui le sue parole. Se avessi saputo che Antonietta in gravidanza era un soggetto a rischio non avrei mai ascoltato il medico , l’avrei fatta vaccinare subito“.
Purtroppo il Covid non ha lasciato scampo alla sfortunata 26enne e alla sua bimba. La piccola Sharon nata prematura è morta subito dopo la nascita. Papà Salvatore non ha mai perso la speranza di poter almeno riportare a casa sua moglie Antonietta. Nell’ultimo mese, ogni giorni ha raggiunto l’ospedale di Napoli. La moglie era guarita dal Covid.
“Almeno questo miracolo – racconta Salvatore – a differenza di molti altri che hanno perso i proprio cari per colpa di questo maledetto virus, ho potuto rivedere Antonietta e starle vicino almeno per qualche ora al giorno ed ha sempre continuato a parlarmi con gli occhi“.
La 26enne ha continuato a lottare ma il suo cuore due giorni fa non ha più retto. Salvatore é un uomo distrutto dal dolore ma non riesce a nutrire rancore per qualcuno. “L’unico responsabile di questa tragedia – dice – é il Covid. Il rancore è una pietra sul cuore, e il mio cuore deve essere libero per Antonietta, Sharon e mio figlio Gaspare di due anni. Antonietta resterà la donna della mia vita. Ora intorno a me c’è solo buoi, per me si è spento tutto l’unico raggio di luce è mio figlio. La fede in Dio deve darmi la forza per andare avanti“.
Il dolore di Salavatore è quello di tutta la famiglia di Antonietta e dell’intera comunità di Montano e di Ascea dove la coppia viveva. “Non si può morire così giovani, la mia Antonietta se n’è andata troppo presto. Voleva diventare mamma ma un destino ingiusto l’ha portata via“.
A ripeterlo tra le lacrime anche la mamma di Antonietta. La donna non si è mai rassegnata. Ha sempre sperato di poter rivedere sua figlia Antonietta tornare a casa e riabbracciare il suo primo bimbo. Una speranza che si è brutalmente interrotta domenica sera. La rassegnazione ha avuto il sopravvento sulla speranza. Oggi alle 15 nella Chiesa Santissima Annunziata di Montano Antilia si terranno i funerali. La salma di Antonietta e di Sharon arriveranno direttamente da Napoli. Alla famiglia arrivano le parole del parroco Don Aniello Carinci che da mesi sta sollecitando la comunità locale alla vaccinazione cercando di far chiarezza anche sulla confusione mediatica che ha accompagnato le prime somministrazioni. Una maggiore chiarezza avrebbe potuto salvare la mamma di Montano.
“Antonietta – dice il parroco – è una martire del nostro tempo. Sulla sua morte si spengono le parole umane. Possiamo solo dare voce alla speranza nella resurrezione di Gesù“.
Sulla morte della sfortunata 26enne è intervenuto anche il Governatore De Luca nel corso della cerimonia per il giuramento di Ippocrate dei medici a Napoli “Questi episodi drammatici ci devono ricordare che quando parliamo di Covid non bisogna banalizzare. Credo sia un dovere di civiltà completare la campagna di vaccinazione“.
La giovane, già madre di un altro bambino, è stata trasportata a fine agosto al nosocomio napoletano dopo essere stata ricoverata in un primo momento all’ospedale di Vallo. Il professore Giuseppe Servillo, primario di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda ospedaliera universitaria Federico II rinnova l’appello “Le donne incinte devono vaccinarsi, la gravidanza può amplificare gli effetti dannosi del Covid“.