VALLO DELLA LUCANIA. Al via la nuova stagione teatrale del Cine-teatro “la Provvidenza” di Vallo della Lucania. Si partirà con il recupero dei due spettacoli che sono rimasti sospesi a causa della chiusura del lock down.
Venerdì 19 novembre sarà la volta dei “Ditelo Voi” con lo spettacolo “il segreto della Violaciocca”, scritto e diretto da i Ditelo Voi e Francesco Prisco; venerdì 3 dicembre invece toccherà a Francesca Marini e Massimo Masiello con lo spettacolo “Verso il Mito Èdith Piaf”, di G. Cesario e A.Mocciola, adattamento e regia Gaetano Liguori. L’inizio degli spettacoli sarà per entrambi alle ore 20.45. Per l’acquisto dei biglietti la prevendita è aperta da giovedì 4 novembre. Costo del biglietto € 25. Il botteghino è aperto tutti i giorni dalle ore 17.00 alle 18.30 – Martedì e Giovedì anche di mattina dalle ore 10.30 alle 12.30.
“Ripartiremo con questi due spettacoli nel mese di novembre-dicembre, e poi con l’anno nuovo 2022 proporremo una stagione teatrale di 4-5 spettacoli, che andranno da gennaio fino a marzo – sottolinea il direttore artistico Don Valeriano Pomari – Per accedere alla sala ovviamente, dovremmo rispettare le normative che ci sono in vigore ossia mascherina obbligatoria per tutto il tempo dello spettacolo e Green Pass obbligatorio. Credo che sia una buona cosa riprendere, anche perché dobbiamo ritornare alla normalità, anche se sarà un graduale ritorno alla normalità perché pensare che tutto ritorni come prima non credo sia possibile però cerchiamo di ritornare a vivere normalmente, tranquillamente, serenamente con quelle proposte culturali che tanto ci mancavano in questi mesi. Vogliamo così riprendere l’appuntamento annuale con la stagione del teatro la “Provvidenza” cercando di fare proposte nuove”.
Il Segreto della Violaciocca I Ditelo Voi – la trama
Che fine hanno fatto i fratelli CIRILLO (Mimmo Manfredi e Francesco De Fraia), spariti in circostanze misteriose trentadue anni fa e mai più ritrovati? Ne sa qualcosa Raffaele Annunziata (Lello Ferrante), chimico in pensione con una smodata passione per la floricoltura, radiato dall’albo medico per aver condotto esperimenti non autorizzati sulle presunte proprietà allucinogene della Violaciocca, il cosiddetto “Fiore della nonna”, e che li tiene in ostaggio nel cantinato proprio sotto la sterminata piantagione di fiori che coltiva con amore.Niente televisione, radio, giornali o internet (di cui i due ignorano l’esistenza), praticamente congelati al momento in cui sono stati rapiti per una vendetta ai danni di un collega, Mimmo e Francesco, ormai quarantenni, hanno conosciuto la vita soltanto attraverso gli occhi e i racconti del loro aguzzino, che si è divertito a creare una realtà che non esiste, inventando un mondo orrendo, pericoloso ed efferato, così da scoraggiarli a qualunque tentativo di evasione. Col passare del tempo, però, la gestione dei due ingenui reclusi comincia a complicarsi. Gli impulsi sessuali di Mimmo cominciano ad essere incontenibili, così come la voglia di Francesco che, nonostante la paura, sogna di uscire e scoprire cosa c’è oltre quello scantinato…
Verso il Mito Èdith Piaf Francesca Marini e Massimo Masiello – la trama
Ottobre 1963- A poche ore dalla sua morte un incontro trasporterà Edith Piaf attraverso i ricordi , facendole ritrovare quelli che sono stati gli uomini della sua vita. Lo spettacolo vuole parlare della della Piaf senza entrare nell’ iperrealismo, evitando il rischio della narrazione didascalica che occhieggi alla fiction (già abbondantemente utilizzata sia in cinema che in teatro). La donna Edith si confronta con il suo mito, l’immortalità della sua figura e della sua arte con la fine della sua vita umana. Le canzoni, gli uomini, e gli episodi della sua vita si susseguono sulla scena con leggerezza e surrealismo: in un solo uomo (Azrael) lei rivede tutti quelli che l’hanno incontrata, aiutata, sfruttata, amata, odiata, . . . George Moustaki, Yves Montand, Charles Aznavour, Gilbert Becaup e Theo Sarapo. Tutti, in qualche modo, uguali, tranne lui, Marcel Cerdan l’unico grande amore di Edith . L’unico a non aver sfruttato il suo nome per diventare famoso, lui che veniva da un mondo diverso, quello dello sport, e che era già famosissimo, ma che un tragico destino le tolse e dal quale non si sarebbe mai separata, fino ed oltre la morte. Il testo, pensato e scritto per due interpreti di grande spessore, quali Francesca Marini e Massimo Masiello, rispettivamente nei ruoli della Piaf e di tutti gli uomini (o uno solo?) che con lei hanno cantato e vissuto, e che grazie a lei hanno avuto la possibilità di provare cosa significhi attraversare l’amore, l’arte, la gioia e il dolore. Uno spettacolo elegante e misurato , che vuole arrivare al cuore dello spettatore trasmettendogli tutte le emozioni vissute da un artista unica e straordinaria .L’allestimento scenico firmato da Tonino Di Ronza , i costumi di Maria Pennacchio , il disegno luci di Gaetano Liguori e non ultimo le meravigliose musiche del Maestro Lino Cannavacciuolo , fanno di questo spettacolo un piccolo capolavoro da non perdere.