Da Paestum prende il via l’istituzione di un gruppo di lavoro nazionale sui PAT per seguire e sostenere le attività dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali di tutta Italia: è quanto deliberato dal Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari, che si è riunito a Capaccio Paestum lo scorso 16 ottobre 2021 durante l’evento “I prodotti agroalimentari tradizionali alla luce dei nuovi regolamenti comunitari”, organizzato da C.Ri.P.A.T., Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Città di Capaccio Paestum, Federazione Regionale Ordine Medici Veterinari della Campania, Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università “Federico II” di Napoli e Regione Campania.
«È un orgoglio, oltre che una grande sfida, dare i natali qui a Salerno, e soprattutto in Campania che si presenta come la regione italiana con il più alto numero di specialità PAT, ad un gruppo di lavoro centrato sui prodotti agroalimentari tradizionali che coinvolgerà tutta Italia – spiega Orlando Paciello, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Salerno – Sarà un lavoro di squadra e di sinergia, che ci vedrà al fianco di tutti gli enti che vorranno sostenere questa iniziativa, in primis il C.Ri.P.A.T., diretto dal collega Vincenzo D’Amato, nonché Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Avellino».
Svoltasi il 15 e 16 ottobre, la “due giorni” dedicata ai PAT ha visto diversi momenti formativi dividersi tra l’Hotel Ariston di Capaccio Paestum e l’area archeologica della Città dei Templi, dove ha avuto luogo la presentazione del volume “Tre anni di PAT in Campania”, con la partecipazione – tra gli altri – del Sindaco Franco Alfieri. «Il riconoscimento dei prodotti agroalimentari tradizionali ha assunto un ruolo fondamentale nell’affermazione delle identità delle varie comunità rurali del nostro territorio – afferma il sindaco Alfieri – in quanto questi prodotti rappresentano, e sono riconosciuti come tali, la sintesi della storia e della cultura di comunità locali ed uno stimolo all’aggregazione ed al senso di appartenenza».
Dal pecorino alla ricotta di pecora bagnolese e di Carmasciano, dal caciocavallo podolico dei Monti Picentini al tartufo nero di Bagnoli Irpino, dai ceci dell’Ofanto all’antico bignè di Solofra, dalla cipolla di Alifana al conciato romano, dal fusillo di Felitto al Marzafecatu di Castel San Lorenzo, dallo yogurt di bufala all’acqua di pomodoro, dal succo e crema di melograno al gelato “Cilentum”, dal Pan di Paestum ai salumi di Roccadaspide: questi alcuni dei prodotti agroalimentari tradizionali presentati durante la tavola rotonda di venerdì 15 ottobre, tenutasi presso la Piazza della Basilica Paleocristiana antistante il Parco Archeologico di Paestum.
«Tali prodotti rappresentano anche e soprattutto la base per avviare politiche serie di sviluppo del turismo rurale e, più in generale ed assieme alle DOP ed alle IGP, una risorsa per lo sviluppo ed il rilancio del comparto agroalimentare campano, essendone una componente fondamentale e fortemente caratterizzante. Ed in questa prospettiva la figura del medico veterinario assume ancora più rilevanza, perché è imprescindibile la sua azione di “certificatore di qualità” dei prodotti che mangiamo», dichiara Orlando Paciello.
«La previsione di un elenco regionale di prodotti agroalimentari tradizionali – aggiunge Vincenzo D’Amato – permette inoltre di salvaguardare la tradizionalità dei processi produttivi, di preservare una sapienza spesso secolare e di produrre specialità difficilmente replicabili altrove, mantenendone il legame con il territorio e con le comunità locali che, nei secoli, le hanno generate».
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