Da domani 15 Ottobre il green pass sarà obbligatorio per tutti i lavoratori del settore
pubblico e privato pena la sospensione dello stipendio. Un provvedimento annunciato da tempo
ricompreso nel recente Dpcm a firma Draghi per il quale sono tutt’ora in corso polemiche e critiche.
Sul caso è intervenuta anche Confesercenti Salerno. «Siamo sempre stati favorevoli alla campagna vaccinale ed alla possibilità di utilizzare il Green Pass per scongiurare nuove e drammatiche chiusure commerciali – dichiara il presidente Provinciale della Confesercenti di Salerno Raffaele Esposito neo presidente Vicario della Confesercenti
Regionale – riteniamo però eccessive, in assenza di una obbligatorietà vaccinale, tutta una serie di
controlli e costi a carico dei datori di lavoro specie per quelle imprese medie e/o piccole che
dipendono in maniera vitale dalla presenza effettiva dei propri collaboratori in azienda e senza i
quali inevitabilmente sarebbero costretti a chiudere l’attività”.
“Ci riferiamo soprattutto a quelle maestranze uniche o difficilmente rimpiazzabili nel breve
periodo, come per il settore della ristorazione, gli chef ad esempio che inevitabilmente
metterebbero in ginocchio tutta una “linea” di lavoro essenziale per l’attività o per il personale di
sala che spesso già ridotto in questi periodi potrebbe determinare seri problemi al settore, solo per
questo settore – prosegue il presidente Esposito – stimiamo a livello provinciale circa mille attività in
allarme, ma la criticità si estende anche a tutte quelle micro attività a conduzione “personale” ad
esempio le maestranze artigiane o i piccoli negozi commerciali che potrebbero essere compromessi
dal provvedimento, addirittura le piccole attività dedicate all’ospitalità ed all’accoglienza, con pochi
collaboratori magari fidelizzati, potrebbero risentirne negativamente”.
“Altra criticità è rappresentata dai costo interamente a carico dei datori di lavoro, costi
sostenibili per le grandi imprese strutturate, un po’ meno dai soliti noti le piccole attiva a condizioni
e familiare – ribadisce il presidente Esposito – bisognerebbe avere il “coraggio” di rendere
obbligatorio il vaccino se siamo ancora in emergenza pandemica, queste misure “alternative” anche
se certamente utili e che eviteranno per alcune categorie nuovi e disastrosi lockdown, creano
inevitabilmente sperequazioni e differenze palesi”. Speriamo si possano determinare circostanze più sostenibili anche per la “querelle” dei dati sensibili, una vera e propria beffa in un mondo sempre più globalizzato e da “grande fratello”, sia dal punto di vista economico e sia per la questione della verifica smart da parte dei datori di lavoro,
sempre più controllori, attraverso una App dedicata che potrebbe intrecciare digitalmente il codice
fiscale e che certamente avrebbe dovuto precedere l’entrata in vigore del dpcm”.
“Le imprese – conclude Esposito – hanno necessità di sentire vicino il mondo istituzionale per
porre in essere una vera ripartenza, bisogna porre in essere una politica del sostegno vera e decisiva
per le attività che da sempre fanno vivere i nostri territori e creare le condizioni per quel nuovo
humus fondamentale per la creazione di nuove imprese, creare impresa testimonia un territorio
sano, vivibile e armonico. In questi mesi terribili di pandemia sono cresciute le criticità, le
speculazioni ed in alcuni settori hanno dilagato le attività abusive a danno esclusivo di chi ha resistito
onestamente e anche oggi continua a soffrire ma non vuole chiudere definitivamente la propria
attività”.