SANT’ANGELO A FASANELLA. Quasi 4000 visitatori nel corso della stagione estiva alle Grotte di San Michele. Un record per il piccolo centro di Sant’Angelo a Fasanella, alle pendici dei Monti Alburni. Un territorio che ha tante bellezze, immerso nella natura, ma che soffre per tutti i problemi che caratterizzano le aree interne del comprensorio del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, su tutti mobilità e trasporti.
Eppure grazie alla riscoperta delle aree interne che il covid ha favorito e alla promozione delle proprie meraviglie, Sant’Angelo a Fasanella ha fatto un primo passo in avanti sotto il piano turistico. Tra luglio e settembre in 3984 hanno scelto di visitare la Grotta, un luogo definito “magico, intriso di fede, cultura e natura“. La strada è quella giusta.
La Grotta di San Michele Arcangelo (con all’interno i resti mortali dell’abate Francesco Carocciolo, una cappella, sculture, affreschi trecenteschi, la statua in marmo di san Michele Arcangelo ed un pozzo) e l’Antece (una figura intagliata nella roccia e attribuita al V-IV secolo a.C. che rappresenta un guerriero vestito con un chitone e armato di scure o clava e di uno scudo), sono i luoghi simbolo del paese.
Da visitare anche la chiesa di Santa Maria Maggiore. Edificata nel primo decennio del Trecento con preesistente struttura a crociere, era anticamente dedicata all’Assunta e divenne chiesa badiale nel 1518. L’attuale impianto a tre navate va, invece, ricondotto alla fine del 400. Dietro l’altare maggiore è sistemato il coro cinquecentesco, al di sopra del quale troviamo un organo di legno, ricoperto di oro zecchino e di fattura settecentesca.
Il territorio comunale è ricco di boschi di faggio, cerro e rimboschimenti nei pressi delle zone “Difesa” e “Madonna della Pinna”. A pochi Km a valle del paese la cascata “Auso”.
La festa principale ricorre l’otto maggio, giorno in cui si festeggia San Michele Arcangelo patrono del paese.