CASTELLABATE. «Benvenuti al Sud trasforma Castellabate da paesino tranquillo a casbah di turisti». Basta questo titolo dai toni un po’ forti del Corriere della Sera per far comprendere quanto un film possa influire sulla vita di un comune. E in effetti Benvenuti al Sud, di cui oggi ricorre l’undicesimo anniversario dall’uscita nelle sale, ha determinato il definitivo rilancio di un territorio già a vocazione turistica come Castellabate che però fino ad allora non aveva fatto registrare ancora il boom.
Benvenuti al Sud: boom turistico e polemiche
Frotte di turisti per anni, e ancora oggi, si recano nella città che ha assunto la denominazione popolare di Comune di Benvenuti al Sud alla ricerca dei luoghi visti nelle riprese e in particolare dell’ufficio postale del Capoluogo dove si svolgevano le scene principali.
Un successo straordinario di cui ancora oggi il centro cilentano raccoglie i frutti. Eppure negli anni immediatamente successivi all’uscita della pellicola con Claudio Bisio e Vincenzo Siani, ci fu anche chi protestò, stanco dell’eccessivo numero di vacanzieri. «Non se ne può più» diceva qualche cittadino stanco di incontrare gruppi di turisti che assalivano gli abitanti del luogo per chiedere della piazzetta o della posta. «Castellabate è diventata meta di pellegrinaggi di migliaia di beceri individui provenienti soprattutto dall’area napoletana. Arrivano perfino in pullman con viaggi organizzati al solo scopo di farsi fotografare nel posto in cui è stata girata una certa scena. Parcheggiano in doppia fila, rendono impraticabile l’unico budello di strada che esiste», diceva qualcuno.
Parole poi portate alla ribalta dalla stampa nazionale che scatenarono le ire del regista Luca Miniero che annunciò: «Non credo di tornare più a Castellabate». Col senno di poi, però, va detto che Benvenuti al Sud è stato un successo sia come filme (ha incassato oltre 30milioni di euro), sia come spot per la comunità cilentana che poi ha ospitato anche il sequel “Benvenuti al Nord”, seppur per poche scene.
La trama
La trama di Benvenuti al Sud ruota attorno a due figure principali: Alberto Colombo, direttore di un ufficio postale della Brianza, interpretato da Claudio Bisio e il postino Mattia Volpe (Alessandro Siani). Quando Colombo si vede respingere una domanda di trasferimento a Milano, l’ennesima che aveva presentato, decide di fingersi paraplegico per tentare di ottenere l’agognato posto: l’inganno viene però maldestramente scoperto e svelato da lui stesso, proprio davanti all’ispettore inviato a controllare il suo handicap. Come unica alternativa a un licenziamento certo, l’uomo è quindi costretto ad accettare sì un trasferimento, ma nella parte opposta del Paese, nel Cilento, a dirigere l’ufficio del piccolo paese di Castellabate.
Prima di partire verso la nuova destinazione, Alberto prende superficialmente informazioni sulle condizioni di vita nel Meridione presso alcuni amici: viene messo così in guardia da tutte le problematiche pregiudizievoli, umane e ambientali (tra cui la criminalità diffusa, la difficile gestione dei rifiuti e l’afoso clima), che dovrà affrontare nella nuova sede. Invece, una volta giunto a Castellabate, Alberto — grazie al postino Mattia Volpe e ai colleghi Maria, Costabile piccolo e Costabile grande — finisce per apprezzare le bellezze e le abitudini del paesino campano.
Intanto, l’uomo tiene nascosta la realtà alla moglie Silvia, persona poco aperta ai cambiamenti e piena di pregiudizi verso il Sud. Pensando di poter migliorare il loro rapporto, racconta esattamente l’opposto di quello che sta vivendo, accondiscendendo agli stereotipi a cui la moglie e la sua cerchia di amici sono affezionati. Un giorno, però, Silvia decide di andarlo a trovare, mettendo così Alberto in grave imbarazzo con gli amici, ai quali deve giocoforza confessare le bugie raccontate alla consorte sul Meridione. Sebbene all’inizio amareggiati e arrabbiati con lui, questi decidono di aiutarlo a sua insaputa, facendo in modo che Silvia, una volta giunta a Castellabate, veda avverarsi tutte le menzogne sentite dal marito, organizzando una sceneggiata atta a mostrare il paesino come caotico, fatiscente e in mano alla criminalità. L’inevitabile venuta a galla della verità porta Silvia a diventare furiosa, minacciando la separazione.
Nel frattempo, Alberto si prodiga nel far riavvicinare Mattia alla collega ed ex fidanzata Maria. Proprio Mattia rivela l’infondatezza delle illazioni della moglie su una sua relazione con la bella collega Maria: Silvia alla fine perdona il marito e si trasferisce per i due anni successivi a Castellabate assieme al figlio Chicco. La permanenza al Sud si rivela un’esperienza fantastica, che sarà difficile da dimenticare per la famiglia Colombo, al punto che, quando finalmente Alberto riceve la tanto attesa lettera di trasferimento a Milano, quasi se ne rammarica. In procinto di ripartire per il Nord, Alberto è sì contento per il ritorno a casa e per aver ottenuto il posto che desiderava, ma allo stesso tempo triste nel dover lasciare la bella e tranquilla Castellabate, da cui parte per la sua nuova destinazione con tutta la famiglia. Celebre la frase pronunciata da Mattia Volpe: «Quando un forestiero viene al Sud piange due volte, quando arriva e quando parte.»
Nel film compaiono anche Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone, Giacomo Rizzo, Nunzia Schiano, Riccardo Zinna, Salvatore Misticone ed altri attori affiancati da numerose comparse locale.
Benvenuti al Sud: la dedica e le “imitazioni”
Benvenuti al sud è stato dedicato alla memoria di Angelo Vassallo, sindaco del Comune di Pollica assassinato proprio nel 2010. Uscì nelle sale nel weekend tra l’1 e il 3 ottobre.
Tanti comuni del comprensorio hanno tentato di “imitare” Castellabate puntando sul cinema per promuovere il territorio ma nella maggior parte dei casi si è trattato di un inutile sperpero di risorse.