Ritorno in classe e contagi, quali sono le procedure?

Riapre la scuola, cosa fare in caso di contagi? Ecco le prescrizioni del Comitato Tecnico Scientifico

Di Luisa Monaco

Riaprono le scuole. Dopo due anni di forti restrizioni si prova a tornare alla normalità anche se il covid rimane tra noi. Allora cosa fare nel caso si positività in ambiente scolastico? Restano le regole dello scorso anno, da attuare in collaborazione con le Asl locali.

Riaprono le scuole: le regole sui contagi

«In caso di sintomi indicativi di infezione acuta delle vie respiratorie di personale o studenti, occorre attivare immediatamente la specifica procedura – fa sapere il Comitato Tecnico Scientifico – il soggetto interessato dovrà essere invitato a raggiungere la propria abitazione e si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte della ASL competente».

La ricostruzione dei contagi

Appurato che l’alunno, il docente o l’operatore scolastico debba a questo punto restare a casa, inizia la procedura di ricostruzione dei contatti.

Le possibilità sono due: soggetti esposti ad un contatto classificato ad alto rischio (ovvero i cosiddetti contatti stretti, in cui rientrano ad esempio i compagni di classe dell’alunno infetto) e soggetti esposti ad un contatto a basso rischio (cioè, come chiarito dal Ministero della Salute, che l’esposizione – con o senza mascherina, con o senza distanziamento, all’aperto come al chiuso – abbia avuto una durata di meno di 15 minuti).

La quarantena

I contatti vengono isolati e posti in quarantena la cui durata varia a seconda dello stato vaccinale dei soggetti coinvolti.

Per gli studenti vaccinati e quelli che non hanno completato il ciclo vaccinale, non c’è obbligo di quarantena nel caso vi sia un contatto a basso rischio con un positivo; le cose cambiano qualora si tratti di contatti diretti e prolungati. Come un compagno di classe appunto.

Se però lo studente che è entrato a contatto con un positivo è vaccinato da più di 15 giorni, questo dovrà restare in quarantena almeno 7 giorni dall’ultima esposizione al caso. Al termine, prima di tornare in classe, dovrà però eseguire un tampone molecolare o antigenico e ottenere un risultato negativo. Qualora non fosse possibile eseguire un test tra il settimo e il quattordicesimo giorno, il medico e l’Asl possono valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, anche in assenza di esame diagnostico.

Per quanto riguarda gli alunni non vaccinati che hanno avuto un contatto stretto con un positivo, le modalità sono le stesse ma i tempi si allungano. La quarantena dovrà essere di almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso.

La dad

Ovviamente, che sia un’intera classe o la metà a restare a casa, la scuola dovrà subito avviare di nuovo la didattica a distanza per tutto il tempo necessario. Peraltro anche nella versione mista perché, appunto, gli alunni vaccinati fanno una quarantena più breve di quelli non immunizzati.

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