ROSCIGNO. Il Comune alburnino continua ad investire sulla storia e la cultura. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pino Palmieri, ha stanziato nuove risorse per le attività in essere presso il Parco Archeologico. Si tratta di attività di scavo e ricerca che andranno avanti fino al prossimo 19 settembre.
Scavi a Roscigno: il progetto
Un ‘intervento che interessa l’area di Monte Pruno e che va avanti da tempo anche con contributi privati.
Il progetto degli scavi, infatti, era nato negli anni scorsi dalla collaborazione tra il Comune di Roscigno, il Centro Interdipartimentale di Studi per la Magna Graecia dell’Università Federico II di Napoli e la Bcc di Monte Pruno. Tra questi soggetti era stato già stipulato un accordo finalizzato ad effettuare studi e ricerche nella zona dove tra il VII e il III secolo avanti Cristo sorse un insediamento enotrio e lucano.
L’area di Monte Pruno
Il Comune di Roscigno ha fatto la sua parte, oltre che garantendo un contributo economico anche fornendo le attrezzature e i materiali di consumo necessari per lo svolgimento delle attività di cantiere e di laboratorio.
L’area di Monte Pruno sotto il profilo storico è di grande rilievo. Nei primi anni del 1900 furono già individuati diversi reperti e nel 1938 anche una tomba principesca con un ricco corredo sepolcrale, conservato presso il museo Provinciale di Salerno. Ulteriori ricerche sono state eseguite negli anni ’80, nell’ambito di un programma di studio dell’Università di Napoli.
Più di recente, su sollecitazione dell’amministrazione comunale guidata da Pino Palmieri e grazie a fondi Fesr Campania sono state eseguite nuove attività sul territorio, in collaborazione con la Cattedra di Archeologia della Magna Grecia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che hanno documentato un’occupazione del sito da parte di genti indigene dall’VIII alla fine del V secolo avanti Cristo, quando, con l’arrivo dei Lucani, si realizzò un processo di rifunzionalizzazione e di monumentalizzazione di tutta l’area.