VALLO DELLA LUCANIA. Si conclude il processo relativo all’operazione Molière. I giudici del Tribunale di Vallo della Lucania (presidente del consiglio Getano De Luca) hanno emesso sentenza con la quale ha dichiarato estinti tutti i reati a carico degli imputati per intervenuta prescrizione.
Truffa ai danni di enti previdenziali: i fatti
I fatti risalgono al 2013 quando oltre 40 persone finirono al centro di una inchiesta per una maxi truffa agli enti previdenziali. L’operazione “Molière”, condotta dal personale della Capitaneria di Porto di Salerno, aveva interessato in particolare le località cilentane di Casal Velino, Scario e Policastro, dove tre società operavano con le loro navi passeggeri.
Secondo l’accusa i periodi di malattia dei vari dipendenti coinvolti arrivavano a superare il 60% del periodi di imbarco, con marittimi che incassavano contemporaneamente l’indennità di disoccupazione sebbene percepissero anche quella di malattia.
I coinvolti
A percepire le indennità, secondo gli inquirenti, non sarebbero stati solo i lavoratori: gli armatori coinvolti nell’inchiesta avrebbero tenuto per sé una consistente parte delle cifre. Dei 45 indagati 33 erano stati raggiunti da obbligo di firma, 5 erano stati ristretti in carcere (due armatori di Scario e uno di Casal Velino, la convivente di uno dei tre e il medico), 4 ai domiciliari (un funzionario Inail e tre medici). Il blitz aveva inoltre determinato l’interdizione di otto soggetti (tra medici, funzionari dell’Inail e dirigenti del Sasn di Napoli) dall’esercizio dell’ufficio e dal servizio pubblico esercitato.
Le accuse
«Pur di frodare quanto più possibile produceva i falsi certificati soprattutto in giorni festivi e prefestivi, percependo un più alto compenso per visita effettuata», si leggeva nei fascicoli dell’indagine. Dal quadro investigativo, inoltre, era emerso che le coordinate bancarie dove l’Inail versava le indennità di malattia non erano quelle di un conto corrente, ma di carte prepagate risultate in mano ad un unico soggetto. Il medico fiscale, oltre a certificare le false malattie, dichiarava di aver percorso in totale ben 5929 chilometri, percependo dunque anche le relative indennità.
Il processo, però, si è concluso con la prescrizione. A rappresentare gran parte dei coinvolgi gli avvocati Franco Maldonato e Domenico Antonio D’Alessandro.