Anche il Comune di Stio, con a capo il sindaco Natalino Barbato, è pronto ad utilizzare i percettori del reddito di cittadinanza per lavori di pubblica utilità.
Per alcuni mesi, quindi, i cittadini beneficiari del sostegno al reddito erogato dallo Stato saranno protagonisti di due progetti. In particolare si tratta dei seguenti progetti: “A tutela del nostro territorio” e “Accoglienza e solidarietà”.
Il primo progetto prevede il coinvolgimento dei beneficiari del reddito di cittadinanza che svolgeranno lavori manuali su tutto il territorio Comunale nelle seguenti attività: pulizia e manutenzione di aree verdi e spazi Comunali; recupero aree verdi degradate; manutenzione restauro e mantenimento arredo urbano (riparazione, verniciatura ect.); diserbamento vie e strade urbane ed interpoderali; piccole manutenzione negli edifici di proprietà Comunale; messa a dimora/ripristino segnaletica; caricare e scaricare attrezzature; supporto ai dipendenti (responsabili/addetti) dei servizi Comunali.
Mentre il secondo progetto di pubblica utilità approvato dall’Ente prevede il coinvolgimento dei beneficiari che svolgeranno su tutto il territorio Comunale le seguenti attività: Supporto domiciliare a persone anziane, disabili e minori; Aiuto nell’acquisto della spesa e nella preparazione dei pasti e chiacchierate; Accompagnamento negli spostamenti per necessità mediche e/o personali (passeggiate); Cura e mantenimento dell’ordine e pulizia negli ambienti in cui si svolgono le attività; Piccole commissioni quotidiane; in ambiente domestico: provvedere all’ordine, pulizia, al bucato e allo stiro; Accoglienza ed assistenza agli utenti;Supporto all’organizzazione di iniziative pubbliche e momenti di aggregazione/animazione; Supporto custodia, vigilanza, apertura e chiusura dei siti comunali di interesse Pubblico; Pulizia degli ambienti di tutti gli edifici ComunaliDistribuzione eventuale di materiale informativo; Eventuali ulteriori azioni che favoriscano una migliore fruizione dei beni Comunali.
La fase 2 del reddito di cittadinanza, quella in cui i percettori sono obbligati a svolgere lavori di pubblica utilità presso il comune di residenza, ha preso il via con il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’ 8 gennaio 2020. I beneficiari del reddito di cittadinanza, tranne gli esonerati, devono essere convocati da parte dei centri per l’impiego con la firma del Patto per il lavoro. Si tratta di prestazioni non retribuite e la mancata accettazione della condizione stabilita dal decreto da parte di uno dei componenti del nucleo familiare determina la decadenza del sussidio. Saranno accolti 3 beneficiari di RdC, da rendere operanti a rotazione secondo le esigenze di servizio e da sostituire a termine del loro beneficio con altri cittadini. Il responsabile valuterà i soggetti in base alle loro abilità e competenze, cercando di effettuare l’abbinamento più congruo alle diverse attività.