CAPACCIO PAESTUM. Dopo 35 anni si chiude la vicenda del duplice omicidio di Ponte Barizzo. E’ stato confermato l’ergastolo per Umberto Adinolfi, esponente camorristico dell’agronocerino.
Agguato di Ponte Barizzo: la storia
Era il 30 luglio del 1986 quando con dei colpi d’arma da fuoco vennero uccisi in un agguato a Ponte Barizzo, frazione di Capaccio Paestum, Vincenzo Marandino e Antonio Sabia. Per il duplice omicidio l’Adinolfi era già stato condannato all’ergastolo anche dalla Corte di Assise di Appello.
Il processo
La prima condanna, però, fu annullata nel 2009 per un difetto di condizione di procedibilità. La sentenza, infatti, venne promulgata senza l’arrestato che era fuggito in Spagna e non era ancora stato estradato.
La Cassazione, quindi, rimandò il caso ai giudici di secondo grado che però confermarono l’ergastolo. Lo stesso Adinolfi riconobbe di aver partecipato al delitto insieme a Salvatore Mercurio.
La ricostruzione
Si trovava in vacanza a Paestum dove incontrò il Mercurio, precedentemente conosciuto in Sud America. I due studiarono i movimenti delle loro vittime e quel 30 luglio partì l’agguato a Ponte Barizzo. Adinolfi sparò e uccise il Marandino; Sabia scappò ma il Mercurio lo rincorso e lo finì perché testimone dell’agguato.