Cilento, spari per spaventare i cinghiali: ma a fuggire sono i turisti

Allarme cinghiali: il racconto è di Giovanni Voria, ambasciatrice della Dieta Mediterranea e titolare dell’agriturismo Corbella

Di Annalisa Siano

CICERALE. «I cannoni per i cinghiali a che distanza sono consentiti dall’area parco? I miei clienti scappano via ed hanno proprio ragione, vengono anche per la tranquillità ma sembra di stare in trincea. Non posso prendere persone a dormire per questo increscioso disturbo».

Allarme cinghiali: il racconto di Giovanna Voria

Con queste parole di sfogo, l’ambasciatrice della Dieta Mediterranea Giovanna Voria, titolare di un agriturismo nel Comune di Cicerale, punta l’attenzione sui rimedi utilizzati dai contadini del Cilento per combattere l’irrisolta questione della presenza dei cinghiali, che danneggiano gli orti e i raccolti.

Per non far avvicinare alle culture i cinghiali, i contadini piazzano questi sistemi sonori simili ad uno sparo. Un sistema solo parzialmente efficace poiché dopo un po’ gli ungulati «si abituano e non scappano più», spiega Giovanna, contadina anche lei, che ha fatto della promozione dei ceci di Cicerale e delle produzioni locali, la sua missione e ha aperto le porte del suo agriturismo Corbella ai tanti amanti della cucina genuina, come solo quella del Cilento sa essere.

I disagi

Tuttavia il timore è proprio quello di vedere i propri ospiti andar via spaventati: «I miei clienti non restano di notte perché è insopportabile … ormai non prendo più persone a dormire».

L’appello è rivolto ancora una volta al Parco affinché prenda dei seri provvedimenti. «Il problema è che ce ne sono troppi. Un giorno mentre ero con le mie vacche, ne ho contati 51, tra grandi e piccoli. Nell’area Parco dovrebbero essere vietati, dovrebbe esistere un regolamento per animali e persone – conclude così Giovanna – tutelando non solo gli altri titolari di attività, ma anche i tanti visitatori che scelgono il Cilento, per la pace e la tranquillità che lo ha sempre contraddistinto».

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