VALLO DELLA LUCANIA. «La Sanità Cilentana è arrivata al capolinea». La denuncia arriva dal segretario provinciale Uil Fpl Angelo Rambaldi. Tutto ciò sarebbe imputabile ad «anni di scelte sbagliate, di gestioni sbagliate», che «stanno portando ad una distruzione della sanità, con il risultato che abbiamo distrutto la salute del popolo cilentano».
Perché tutto questo? «Perché la politica non guarda al popolo ma solo ai risultati, perché le direzioni non guardano ai bisognosi ma solo a prendere più incarichi possibili, con il risultato che ci ritroviamo con un uomo solo al comando». «In realtà è più di uno ma tutti insieme non ne fanno uno, Politici, Direttori, a volte si sovrappongono senza capire se fare l’interesse del popolo o il proprio – prosegue Rambaldi – Se cercate un sindaco del Cilento basta entrare in Ospedale e ne trovate a quantità industriale, ma la qualità? Quella non si compra. Se invece cercate un medico allora non andate in Ospedale, perché non ne trovereste nemmeno uno».
Poi, il segretario Uil entra nel dettaglio della situazione ospedali: «Ci ritroviamo con Ospedali fantasma (vedi Agropoli), con Ospedali ridimensionati (vedi Sapri) con Ospedali che non si sa cosa siano (vedi Roccadaspide), e con un accentramento della sanità Cilentana verso Vallo della Lucania, con molte criticità non risolte, la completa assenza di medici, la completa assenza di personale di supporto, tanto che le cooperative fanno a gara per il compiacimento dei politici e i malati in Ospedale non hanno chi li assiste nemmeno nel momento del vitto.
Tutto questo cosa comporta? Che le uniche figure presenti sia pure carenti cioè gli infermieri sono costretti a fare da medici, da oss e chi più ne ha più ne metta».
«Se si tratta di una situazione voluta è grave ma se si tratta di una soluzione capitata per negligenza e ancora peggio perché le avvisaglie ci sono da anni.
Di chi la colpa? A loro dire dei sindacati, dei dipendenti lamentosi e magari dei cittadini che vanno in Ospedale.
Da parte nostra invece ci permettiamo di ritenere la nostra classe sia politica che dirigenziale completamente fallimentare», conclude Rambaldi.