SACCO. Apre ufficialmente l’area attrezzata Sammaro, una straordinaria oasi immersa in uno dei luoghi più suggestivi del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Area attrezzata del Sammaro: i lavori
I lavori sono stati realizzati grazie ad un progetto del Comune di Sacco, finanziato dal Parco e dall’Unione dei Comuni Alto Calore e con la mano d’opera degli operai della Comunità Montana Calore Salernitano.
Il percorso attrezzato si snoda tra il fiume Sammaro e il Ripiti. Realizzati 2 chioschetti che presto saranno affidati a delle associazioni, percorsi con tavole in legno fruibili anche da persone con disabilità e aree attrezzate per la sosta.
Un’oasi nella natura incontaminata
Un’area suggestiva, come quella del fiume Sammaro, diventa così fruibile e accessibile a tutti, ovviamente nel rispetto della natura incontaminata che caratterizza il luogo. A tal proposito è previsto il divieto di balneazione e di bivacco: la parola d’ordine infatti è proteggere e preservare flora e fauna locale.
«E’ un progetto che mi rende orgoglioso perché questo è un luogo straordinario che va valorizzato» ha detto il sindaco di Sacco Franco Latempa.
Il primo cittadino ha inoltre aggiunto che l’opera è “work in progress” poiché tanti sono i progetti per un’ulteriore sviluppo dell’area del Sammaro. Dalle 18 di oggi sarà disponibile una navetta che da piazza Olmo raggiungerà l’area attrezzata.
Il fiume Sammaro
Il Sammaro è uno dei principali subaffluenti del Calore Salernitano ed è inserito in una zona ricca di emergenze naturalistiche ed ambientali.
Partendo da Sacco e scendendo per una strada sterrata si raggiunge la riva sinistra del fiume. Subito può apprezzarsi l’impetuosità delle sue acque che andranno a confluire prima nel Ripiti, poi nel Fasanella ed infine nel Calore, sotto Castel San Lorenzo.
La suggestione della zona è aumentata dal ponte a campata unica che sovrasta la sorgività delle acque, costruito nel 1950 per collegare Sacco alla provinciale che passa anche per Roscigno; il vecchio mulino di Sacco; l’inghiottitoio ad imbuto, costruito con maestosità ed oculatezza dai vecchi scalpellini sacchesi.
La presenza delle sorgenti del Sammaro ha favorito, in eta’ preistorica, un insediamento in grotta. Quest’ultima, nota come Grotta Grande di Sacco o Grotta di Jacopo, a un centinaio di metri dalle sorgenti, è stata abitata da una comunità pastorale tra il XV ed il XIV sec. a.C., in piena eta’ del Bronzo.