Urla e schiamazzi di notte nel centro di Vallo: è polemica

Urla e schiamazzi nel centro di Vallo della Lucania in piena notte. Scoppia la polemica dei residenti che chiedono il rispetto della quiete

Di Costabile Pio Russomando

VALLO DELLA LUCANIA. Urla e schiamazzi in piena notte. A denunciare il caso sono i residenti del centro storico. Dall’inizio di agosto, dalle 2 alle 4 di notte, chi abita in piazza Vittorio Emanuele e nelle vie adiacenti, o nei pressi della Cattedrale, è costretto a vivere i disagi. C’è anche chi si è rivolto ai carabinieri per chiedere un intervento atto a frenare tali criticità.

Urla e schiamazzi, la rabbia dei residenti

Da un lato c’è la voglia di divertimento dei più giovani, dall’altro il diritto per quanti risiedono a Vallo della Lucania o stanno trascorrendo qui qualche giorno di relax, di poter dormire o riposare in tranquillità.

Di fatto, però, da una quindicina di giorni in alcune zone di Vallo della Lucania sembra che in orario notturno la quiete si sia perduta e si travalichino i limiti del sano divertimento.

Qualcuno punta il dito contro alcuni ragazzini che starebbe in giro fino a tardi alzando il gomito, altri ipotizzano che possa essere i distributori automatici attivi h24 a diventare punto di riferimento per dei giovani in giro fino a tarda notte che poi si farebbero sentire con urla e schiamazzi.

Le critiche all’amministrazione comunale

Non mancano polemiche all’indirizzo dell’amministrazione comunale. Il sindaco Antonio Aloia, infatti, nei giorni scorsi firmò un’ordinanza con la quale fissava precise regole per la movida, limitando l’attività di taluni locali. Ciò proprio al fine di garantire la quiete pubblica e limitare comportamenti che avrebbero potuto favorire la difffusione del covid.

Nello specifico, fino al 31 ottobre, l’ordinanza ha previsto la sospensione di qualsiasi attività di spettacolo. La musica all’interno dei locali deve essere abbassata entro la mezzanotte.

Inoltre le attività devono chiudere entro l’1:30 nei giorni feriali mentre dal venerdì alla domenica possono restare aperti un’ora in più, ovvero fino alle 2:30.

Regole severe che rischiano di danneggiare le attività, ma che di fatto non sembrano servite a limitare i disagi e a garantire il rispetto della quiete pubblica.

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