Silvia Pisapia torna a ricoprire la carica di sindaco di Casal Velino

Silvia Pisapia torna ad occupare la poltrona di sindaco di Casal Velino. Revocate le misure cautelari si attende solo l'ok del Prefetto

Di Sergio Pinto

CASAL VELINO. A sei mesi dalla sospensione dalla carica di sindaco, Silvia Pisapia potrà presto tornare a guidare il Comune di Casal Velino. La notizia è stata confermata ieri e già lunedì il primo cittadino potrebbe tornare a palazzo di città dove manca dal gennaio scorso.

Revoca delle misure cautelari per Silvia Pisapia

Nelle scorse settimane, infatti, la Cassazione aveva accolto i tre motivi del ricorso contro le misure cautelari ai danni di Pisapia. A presentarlo il suo difensore, il penalista Felice Lentini.

Gli ermellini, come emergeva dalle motivazioni della sentenza pubblicate nel luglio scorso, si erano soffermati sull’utilizzabilità dell’intercettazione ambientale tra il sindaco Silvia Pisapia e il responsabile della polizia municipale, Giuseppe Schiavo. A quest’ultimo era già stata annullata proprio dal Riesame la misura interdittiva di un anno dall’esercizio di pubblico ufficiale.

Il ruolo delle intercettazioni

«L’intercettazione costituisce “corpo di reato” e può essere utilizzata oltre i limiti della procedura penale soltanto qualora la dichiarazione registra integri in sé reato», scrivevano i giudici.

Gli stessi avevano rinviato la questione al Riesame che ha dovuto valutare la sussistenza o persistenza per Silvia Pisapia del pericolo di fuga o di inquinamento delle prove. Ciò «alla luce della distanza temporale dai fatti e della sospensione dalla carica di Sindaco».

La decisione del Riesame

Ieri la decisione: per Silvia Pisapia non sussistono rischi tali da confermare le misure cautelari, pertanto queste vengono meno. Si attende ora solo l’atto ufficiale da parte del Prefetto affinché revochi la sospensione dalla carica. Tuttavia già lunedì Silvia Pisapia potrebbe tornare a palazzo di città per guidare il suo esecutivo.

Le accuse

Silvia Pisapia era stata indagata dalla Procura di Vallo della Lucania. A suo carico le ipotesi di reato di corruzione, falso ideologico e abuso d’ufficio, in concorso con altri. Ciò per ottenerne il finanziamento di 3 milioni di euro dalla Regione per l’area di insediamento produttivo (leggi qui).

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