Era la mattina presto del 28 novembre del 1942 quando il piroscafo britannico Nova Scotia, che aveva a bordo circa 1200 persone, stava transitando al largo della costa del Natal in Sudafrica. Alle 7:07 fu colpito ed affondato da tre siluri lanciati dal sommergibile tedesco U-Boot 177, su ordine del comandante Robert Gysae, che lo scambiò probabilmente per un incursore nemico o per un cargo mercantile.
651 furono i nostri connazionali spariti nell’Oceano Indiano. Erano prigionieri di guerra, per lo più reduci della disastrosa avventura fascista dell’Africa Orientale Italiana, catturati dagli inglesi e dalla resistenza locale e diretti a Port Elizabeth in Sudafrica.
Tra questi Domenico Masullo, all’epoca quarantunenne, originario di Sacco, nella valle del Calore Salernitano. Il suo paese natale lo ha ricordato ieri con una targa in suo onore che è stata scoperta in via San Vito, incastonata sulla parete della casa in cui visse per tantissimi anni.
Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, i nipoti ed i pronipoti di Masullo, il sindaco Franco Latempa, il viceparroco don Ernesto Nunziata ed il giornalista e scrittore Silvio Masullo, autore di numerosi libri ed articoli sul soldato sacchese.