Traffico internazionale di droga nel porto di Salerno: due arresti

Traffico di droga, nei guai anche uno spedizioniere doganale. I dettagli dell'operazione della guardia di finanza

Di Comunicato Stampa

Stamane i militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Salerno e di Napoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Salerno, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 2 soggetti per il reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Le persone raggiunte dal provvedimento restrittivo sono: Aberto Eros Amato, nato il 29.04.1976 a Grammichele (CT), nella sua qualità di titolare effettivo di una società di servizi elvetica; Giuliantonio Apicella, nato il 21.12.1972, a Salerno, spedizioniere doganale titolare della “Apicella Luigi e Figli srl, nella sua qualità di spedizioniere doganale.

Le misure cautelari giungono al termine di indagini avviate dalle Procure della Repubblica di Salerno e Napoli a seguito dei sequestri, inizialmente a carico di ignoti, eseguiti dal nucleo Pef di Napoli nel mese di giugno del 2020 nel porto di Salerno, di un quantitativo appena superiore alle diciassette tonnellate di sostanza stupefacente (kg 2.844,500 di hashish e kg. 14.191, 88 di anfetamine del tipo captagon) occultata all’interno di n.4 container commerciali provenienti dalla Siria con transito presso il locale scalo commerciale e diretti in Medio Oriente.

Le indagini condotte dai GICO – GOA dei Nuclei Pef di Salerno e Napoli hanno consentito di acquisire elementi probatori a carico dei due indagati, essendo stato riscontrato una serie di attività illecite volte ad organizzare il transito e il successivo trasferimento, attraverso lo scalo marittimo di Salerno, di consistenti carichi di sostanza stupefacente nascosti dietro idonei carichi di copertura (macchinari di movimento terra e bobine di carta industriale).

Al fine di individuare i responsabili coinvolti nel traffico illecito, i finanzieri hanno eseguito intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre a mirati accertamenti bancari, che hanno permesso di svelare il modus operandi nonché di risalire ai pagamenti, transitati estero su estero, dalla società di trasporto svizzera, facente capo all’imprenditore di origini siciliane, allo spedizioniere doganale.

Nello specifico, questi prodotti provveduto all’eliminazione sia dalla documentazione commerciale che dai container di ogni segno distintivo del luogo di provenienza del carico di fine evitare ispezioni doganali negli scali portuali intermedi, essendo la Siria inserita nelle “black lisť del sistema doganale Schengen per i rischi connessi a spedizioni pericolose scaloarmi, droga ecc.). utilizzando aziende commerciali compiacenti e nella sua piena disponibilità.

In estrema sintesi, gli indagati utilizzavano, di comune accordo, la pratica doganale del tramacco, consistente nel riversare la merce del container di origine all’interno di un altro. Con tale pratica fraudolenta trovata, in modo ingannevole in partenza dal porto di Salerno, poteva anche essere rispedita “in” nei Paesi Arabi. La mirata analisi della documentazione doganale ha evidenziato che lo stesso stratagemma è stato adoperato anche in altre transazioni commerciali.

L’imprenditore svizzero è stato associato alla casa circondariale di Roma/Rebibbia, mentre lo spedizioniere salernitano ristretto presso il proprio domicilio a Baronissi.

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