Castelnuovo Cilento: diventa “Città delle Donne”

L'iniziativa: il Comune di Castelnuovo Cilento aderisce al manifesto della Città delle Donne. E' il secondo comune del Cilento a farlo

Di Antonio Pagano

Il Comune di Castelnuovo Cilento, guidato dal sindaco Eros La Maida, ha scelto aderire al progetto “Le Città delle Donne”, approvando il relativo Manifesto.

Dopo l’adesione di Pollica anche Castelnuovo diventerà “Città delle Donne”. Il progetto ha preso formalmente avvio a Matera nel 2019, con l’obiettivo di creare una rete nazionale che unisca grandi città e piccoli paesi, adottando uno specifico Manifesto. Aderendo al documento il Comune di Castelnuovo si impegna ad una serie di iniziative finalizzate a promuovere programmi concreti e azioni di sensibilizzazione a livello locale in favore delle donne puntando a garantire anche un’effettiva parità.

Il Manifesto

Ecco gli obiettivi del Manifesto “la Rete delle Città delle Donne”:

  1. Sensibilizzare a tutti i livelli di governo alle politiche di gender mainstreaming, incoraggiare, supportare e accompagnare attivamente la ricerca di soluzioni per risolvere lo squilibrio determinato della disoccupazione femminile, favorire l’integrazione delle donne, aumentare e sostenere la presenza femminile in tutte le sfere della società;
  2. Ripensare il lavoro in un’ottica più “intelligente”, mettere in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario di lavoro lasciando alle donne maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati;
  3. Eliminare la discriminazione nella valutazione del merito e migliorare i criteri di selezione dei profili professionali per l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro e ai fini delle progressioni di carriera;
  4. Costruire politiche efficaci di contrasto alla violenza maschile sulle donne, implementare piani di azione contro la tratta e lo sfruttamento di esseri umani, attivare risorse adeguate per finanziare interventi pluriennali sistematici per la protezione e l’integrazione sociale delle vittime;
  5. Diffondere a tutti i livelli la medicina di genere, promuovendo l’attivazione all’interno degli ospedali e delle cliniche dei percorsi specifici per la salute delle donne.
  6. Contrastare i matrimoni precoci e forzati.
  7. Favorire e incoraggiare la presenza di donne in posizioni di leadership, e il raggiungimento di posizioni apicali senza cambiare l’identità dell’essere donna, dando il via ad una profonda rivoluzione culturale;
  8. Incentivare il lavoro e l’aggregazione delle giovani donne;
  9. Costruire una nuova economia declinata pienamente anche al femminile, immaginare un nuovo modello di sviluppo sostenibile centrato sui principi e i valori della sostenibilità e della solidarietà; ridare lavoro alle donne e toglierle dall’invisibilità, eliminare le disparità salariali, riconoscere che la nuova imprenditoria femminile è uno dei segnali più promettenti di un nuovo ciclo di sviluppo che va sostenuto, con incentivi e finanziamenti soprattutto per chi guarda ai mercati internazionali e chi crea impresa nei settori più vitali quali il turismo sostenibile e di qualità, l’enogastronomia, la blue economy, l’industria del benessere, l’agricoltura biologica e l’artigianato, dal tradizionale al digitale e ambiti per i quali c’è domanda e quindi si crea lavoro; ridare dignità al lavoro delle contadine favorendo la costruzione di piccole economie locali fondate su una agricoltura di sussistenza e familiare che rispetti la terra e la biodiversità ;
  10. Creare opportunità per lo sviluppo di nuovi spazi per la conoscenza della scienza promuovendo ecosistemi dell’innovazione di genere;
  11. Identificare e costruire una genderanalysis promuovendo la raccolta e la realizzazione di statistiche, indicatori e metodi per la raccolta di dati disaggregati per sesso, rendendo obbligatorie per gli Stati Membri in sede europea la produzione dei dati con queste caratteristiche come avviene già per tutte le indagini rilevanti;
  12. Educare al rispetto, all’accettazione dell’altro/a, all’affettività a partire dalla scuola materna per innescare la propensione al cambiamento, cancellare pregiudizi e stereotipi di genere e culturali;
  13. Adottare provvedimenti anche locali per introdurre la democrazia sostanziale e paritaria anche negli organismi non elettivi della pubblica amministrazione;
  14. Attivare vere azioni di integrazione che mettano al centro come valore, le necessità, i desideri, le differenze;
  15. Imparare e insegnare a leggere le immagini e le parole nel rispetto del corpo delle donne;
  16. Ricostruire le Città e i Paesi perché siano più vivibili, sostenibili, accessibili, sicuri, flessibili, aperti, solidali, capaci di accogliere e prendere anche le forme, le misure, i linguaggi, i colori delle donne, mettendo al centro il rispetto, partendo dalle esperienze ed azioni positive già fatte, che ispirino sperimentazioni nuove pratiche partendo dalla conoscenza reciproca, per “vivere meglio insieme”, per “connettersi” in luoghi anch’essi più consapevoli;
  17. Creare le condizioni per attivare sul territorio cittadino i Centri Anti violenza e le Case Rifugio, in collaborazione con le Associazioni, per offrire gratuitamente un servizio per la prevenzione, il sostegno e il supporto delle donne vittime di violenza e dei loro figli;
  18. Creare un luogo privilegiato di conservazione e promozione dei saperi femminili, una biblioteca di genere che è memoria, storia e cultura delle donne.
  19. Attivare sul territorio cittadino gli “Sportelli delle pari opportunità” quale punto di Informazione – Orientamento per tutte le donne e la comunità LGBTQI. È inoltre un punto di riferimento per l’individuazione di azioni territorialmente condivise per le problematiche femminili e di genere inerenti il disagio e l’inclusione sociale;
  20. Costruire politiche efficaci in grado di rendere ogni Città “femminile, plurale e dotata di un piano strategico per le pari opportunità”. L’azione contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo generale “Rigenerazione urbana & sicurezza” e degli seguenti obiettivi specifici: a) “Favorire l’accessibilità delle donne ai luoghi della città”; b) “Migliorare le condizioni di vivibilità degli spazi urbani degradati; c) “Garantire livelli di sicurezza a misura di donna;
  21. Creare un Incubatore delle abilità e delle attività delle donne prioritariamente nella filiera della moda (sartoria, ricamo, lavorazione pietre e metalli preziosi, maglieria ed accessori per la moda) e, più in generale, nei settori di tradizionale propensione femminile (lavorazioni artigianali di prodotti e materie prime tipiche dei territori su cui agiamo). L’obiettivo è la creazione di uno spazio fisico, ma anche simbolico e virtuale, in grado di accogliere, accompagnare temporaneamente nel “tempo dello start up” e rafforzare le competenze delle donne in possesso di un talento artigianale o artistico da valorizzare e che non riescono ad accedere alle “tradizionali” opportunità di ingresso nel mondo del lavoro;
  22. Promuovere atti amministrativi aventi in oggetto le procedure per l’individuazione e la gestione collettiva dei beni pubblici, quali beni che possano rientrare nel pieno processo di realizzazione degli usi civici e del benessere collettivo delle donne.
    Sempre in occasione delle Iniziative dell’8 marzo 2021 ricorderemo anche il “Patto delle Donne per il Clima e l’Ambiente”, riprendendo tutto il percorso che da Matera 2019 ci porterà a Novi Sad (Serbia) Capitale Europea della Cultura 2021 ed a Procida Capitale Europea della Cultura 2022.
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