San Nazario, il cui nome di origine ebraica significa “consacrato a Dio”, è figlio di Africano, funzionario romano ebreo e di Perpetua, nobile donna cristiana; è cittadino romano ed è un legionario. Viene battezzato da Lino, che in seguito sarebbe divenuto papa, successore di San Pietro, e subito inizia a predicare la fede cristiana. Lascia Roma e si reca ad annunciare il Vangelo in alcune città lombarde, in particolare a Piacenza e a Milano; qui porta la sua consolazione ai fratelli Gervasio e Protasio, arrestati per la loro fede. Il prefetto condanna Nazario alla frusta e poi all’esilio.
Il giovane così si reca in Francia a predicare la fede cristiana. Qui una ricca matrona gli affida la cura spirituale di un ragazzo, che in seguito viene battezzato da san Nazario col nome di Celso. Viaggiano molto, portando il Vangelo in diverse città francesi, ma a Treviri la loro opera evangelizzatrice subisce un duro arresto poiché la persecuzione di Nerone, da Roma, si estende a tutto l’impero, e così vengono imprigionati. San Nazario, essendo cittadino romano, viene mandato a Roma per essere processato e quindi non è sottoposto a torture che invece non vengono risparmiate al giovane Celso. Vengono dunque imbarcati su una nave e scortati a Civitavecchia ma l’imbarcazione su cui viaggiano incorre in una violenta tempesta e rischia di essere inghiottita dalle onde. Ad un tratto l’equipaggio della nave vede San Nazario e San Celso camminare sulle acque ed ordinare alla tempesta di placarsi ed al mare di tornare alla sua quiete. Di fronte a tali prodigi i marinai chiedono di essere istruiti e battezzati. La nave viene così dirottata verso Genova.
Approdano prima ad Albaro (oggi quartiere di Genova) dove i santi convertono buona parte degli abitanti, poi si portano a Genova ed infine a Milano. Il prefetto della capitale lombarda, Anolino, allarmato per il successo di popolo dei due evangelizzatori, li fa imprigionare ed in seguito li condanna alla decapitazione. L’esecuzione avviene fuori dalla Porta Romana, nel luogo detto “le tre muraglie”, nel 76.
Il culto
Il ricordo dei due martiri si perde nel tempo fino al 395, data del ritrovamento dei corpi da parte di Sant’Ambrogio. Grazie ad un’ispirazione divina il vescovo di Milano decide la riesumazione di due corpi sepolti fuori la città. Uno dei due corpi decapitati, che qualcuno dice addirittura incorrotto, viene riconosciuto essere San Nazario e l’altro san Celso. Le reliquie di san Nazario vengono portate nel luogo del martirio, ossia Porta Romana e lì il vescovo fa subito erigere una basilica in suo onore, conosciuta anche come Basilica degli Apostoli perché oltre alle reliquie di San Nazario vi si trovano anche quelle degli Apostoli Sant’Andrea, San Giovanni e San Tommaso; mentre le reliquie di san Celso rimangono nel luogo del ritrovamento dove in seguito viene eretta una basilica.
A partire dalla data del ritrovamento del corpo, il culto di san Nazario si estende in tutta Italia, in particolar modo in Lombardia. In poco tempo sono numerose le chiese erette in suo onore. È san Paolino di Nola, che aveva conosciuto sant’Ambrogio, a portare il culto di San Nazario in Campania.
Nell’iconografia san Nazario viene raffigurato con la palma del martirio nella mano sinistra e con il Vangelo o il Crocifisso nella mano destra. È vestito con la divisa di funzionario imperiale sulla quale è adagiato un mantello rosso che ricorda il suo martirio.
La festa
San Nazario è venerato nell’omonima frazione di San Mauro La Bruca, a Finocchito, località di Ogliastro Cilento e a Camella di Perdifumo. Sin dai primi bagliori dell’alba le vie di queste località si animano di fedeli. È una celebrazione molto sentita a cui accorrono numerosi fedeli.
La giornata è scandita da diverse celebrazioni aventi lo scopo di accogliere i tanti pellegrini accorsi per la festa. A Finocchito il momento culminante è certamente quello della processione: un suggestivo itinerario per le strade cittadine con la statua di San Nazario preceduta da coloratissime e numerose “cente” realizzate e portate dai fedeli con tanta devozione.
Lungo il percorso della processione i fedeli con tanta fede intonano al santo Patrono inni di affetto e di preghiera:
La tua luce penetri nel core
E sublime ne scaldi gli affetti
Virtù, scienza Tu infondi nei petti
Al Signore ci guida fedel!
Salve, salve, Nazario nostro
Salve, nostro speciale patrono;
lassù, intorno al tuo fulgido trono
vogliam tutti venire con te!
Anche oltreoceano si elevano canti in onore di San Nazario. Il 28 luglio i numerosi fedeli di San Nazario migrati in Canada festeggiano il Santo Patrono e con lo stesso ardore con cui erano animati in terra natia elevano solenni e commossi canti:
O nostro protettore,
Nazario, in ciel beato,
proteggi il nostro stato
e guidaci al cielo ancora.
A Camella di Perdifumo, invece, c’è una particolarità: “Qui si celebra San Nazario Martire. Tuttavia, nel corso del tempo, a causa di un errore liturgico o di altro tipo, si è confusa la memoria liturgica di due diversi San Nazario. Quello di Camella è il Santo martire del 12 giugno, che non ha nulla a che fare con quello del 28 luglio – spiegano dalla parrocchia – Probabilmente la scelta di festeggiarlo in quest’ultima data è dovuta alla sua collocazione estiva, che rendeva la celebrazione più agevole. Ma è importante saperne di più riguardo a questa differenza. Ecco perché la comunità di Camella ha conservato anche la memoria del 12 giugno (Santo Nazario zico)”.