SANT’ANGELO A FASANELLA. È ancora allarme cinghiali nel territorio del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano, e Alburni. L’ultimo grido d’aiuto arriva da Sant’Angelo a Fasanella, dove un agricoltore ha subito ancora una volta i danni dovuti alla presenza di ungulati.
“Chi semina buon grano ha poi buon pane; chi semina i lupini non ha il pane né il vino – dice l’agricoltore rievocando un vecchio proverbio – ma questo non è possibile se vivi nel Parco: qui se semini grano non raccogli né del pane né del vino perché nei tuoi terreni tu semini e icinghiali raccolgono e distruggono”.
Il problema si fa sentire sempre di più. Quest’agricoltore si è visto devastato un campo di grano della varietà senatore cappelli, un grano antico coltivato in maniera biologica e quasi pronto per la trebbiatura. I cinghiali hanno però deciso di anticipare i tempi.
“Ormai sono anni che sappiamo del problema cinghiali e nessuno fa nulla, penso sia arrivato il momento di prendere seri provvedimenti altrimenti l’unica specie a rischio d’estinzione siamo noi essere umani”, dice.
Il grido d’allarme lanciato dall’agricoltore alburnino è soltanto l’ultimo di una lunga serie di appelli affinché si intervenga per limitare la presenza di cinghiali.
Questi animali sono ormai diventati un pericolo non soltanto per gli agricoltori ma anche per lungo l’incolumità delle persone. Sempre più spesso, nelle località dell’interno e in quelle costiere, si registrano incidenti dovuti proprio alla presenza di cinghiali.