“Mosche volanti” e disturbi della vista

Un disturbo visivo molto comune. Ecco come affrontarlo. Ne parla l'esperto Umberto De Marco

Di Umberto De Marco

I corpi mobili vitreali ( mosche volanti)– detti anche miodesospsie – sono un disturbo visivo caratterizzato dalla sensazione di vedere attraverso un liquido trasparente nel quale fluttuano degli oggetti scuri di varia forma e tipo che sfuggono quando si cerca di fissarli.

Le miodesopsie vengono percepite da chi ne è afflitto nei modi più strani e particolari: c’è chi le coglie come “filamenti o puntini neri”, chi come “moscerini”, chi come “ragnatele fluttuanti”, chi come “capelli” o chi ha la sensazione di vedere come “dell’acqua che scorre su un vetro”. Vengono, inoltre, percepite meglio guardando una superficie o uno sfondo chiaro (per esempio contro una parete bianca, la neve, il cielo,), mentre si attenuano quando c’è un contrasto ridotto come quello che ci crea in una zona di penombra. Pur così diversi nella forma, questi corpuscoli hanno però un comune denominatore che ci consente di capire che si tratta effettivamente di miodesopsie e differenziarle da altre “macchie” di altra origine: se si sposta lo sguardo in una direzione, ricompaiono immediatamente o dopo poco “galleggiando” davanti agli occhi, muovendosi nella stessa direzione in cui si è rivolto lo sguardo, appaiono cioè dotate di post-movimenti come quando osserviamo, in fondo al mare, delle minuscole alghe che formano dei vortici con il moto ondoso.

Sono più o meno visibili a seconda della loro densità, delle condizioni di luminosità dell’ambiente e della superficie che si fissa.

Queste manifestazioni sono la conseguenza di un repentino cambiamento di una componente gelatiforme interna all’occhio: il vitreo (detto anche corpo vitreo o umor vitreo). Il fenomeno delle mosche volanti indica che questa struttura si è leggermente “liquefatta” e parte delle sue fibre si muovono dentro l’occhio. Va sottolineato che questa sostanza per un invecchiamento naturale o per altre concause, come ad esempio la miopia, è comunque destinata a perdere parte della sua integrità, nel corso degli anni.

Per descrivere le cause dell’insorgenza delle miodesopsie è necessario soffermarsi brevemente sull’anatomia oculare. ll volume dell’occhio è costituito circa i due terzi dal corpo vitreo, una sostanza limpida e di consistenza gelatinosa che, riempiendo lo spazio compreso fra il cristallino e la retina, mantiene la forma sferica del bulbo oculare.
Il gel vitreale è costituito per il 99% da acqua e per il restante 1% da fibre collagene, zuccheri, cellule vitree (ialociti), proteine, acido ialuronico, elettroliti, etc., che ne costituiscono l’impalcatura.
Il deterioramento della microstruttura del corpo vitreo inizia con la fluidificazione della componente gelatinosa: le fibre di collagene iniziano a frammentarsi e formare filamenti di forme diverse che, talora intrecciati tra loro, proiettano un’ombra sulla retina e vengono percepiti come opacità, le famose “mosche volanti”.
La degenerazione vitreale è un fenomeno naturale dovuto innanzitutto all’invecchiamento, ecco perche dopo i 40/50 anni è facile accorgersi con maggiore frequenza del problema. Altre cause sono da far risalire alla miopia che, se piuttosto elevata (cioè al di sopra delle 5 diottrie circa) può’ causare l’accelerazione dei processi di degenerazione anche in giovane età, tra i 20/30 anni.

Nei soggetti miopi i segni clinici possono comparire anche prima; altre cause di degenerazione possono essere traumi, disturbi del metabolismo elettrolitico, distacchi posteriori del vitreo stesso o, nel caso peggiore, distacchi di retina. In questi casi le miodesopsie possono essere effetti collaterali di operazioni chirurgiche, come ad esempio la rimozione del cristallino affetto da cataratta. In questo caso sono anche visibili lampi di luce al buio (fotopsie) causati da sollecitazioni meccaniche compiute dal corpo vitreo distaccato contro la retina; ciò può portare a lesioni più ampie della retina con conseguenze gravi per la vista, inclusa anche la cecità. Un esame oculistico è fortemente raccomandato in tutti questi casi.
Le miodesopsie sono considerate difetti secondari della vista e non una malattia; non influiscono sulla vista in sé. La letteratura considera l’insorgenza di miodesopsie perfettamente nella norma per una popolazione matura, si sta anche recentemente evidenziando come le miodesopsie stiano colpendo anche i giovani

Nei casi più gravi le alterazioni della trasparenza del corpo vitreo si possono presentare a causa di determinate patologie:

  • distacco posteriore di vitreo: provoca la comparsa di corpi mobili e svolgendo un’azione meccanica trattativa, potrebbe predisporre al distacco della retina;
  • distacco della retina: evento che può essere indotto da diverse cause, ma che va immediatamente diagnosticato per intervenire in maniera repentina;
  • infezioni o emorragie del corpo vitreo;
  • traumi oculari;
  • tumori: retinoblastoma, melanoma della coroide;
  • cataratta evoluta.
    Ci sono poi da ricordare alcuni fattori di rischio per lo sviluppo delle miodesopsie:
  • miopia: i soggetti miopi o fortemente miopi, hanno un bulbo oculare più lungo della norma. Tale fattore può portare ad una precoce degenerazione vitreale e quindi alla comparsa delle miodesopsie;
  • esiti di chirurgia oculare (ad esempio post-intervento di cataratta);
  • malattie sistemiche (diabete)

In letteratura si legge di persone che col tempo (mesi o anni) hanno imparato ad ignorare completamente le miodesopsie. A volte chi ne è affetto, sebbene in condizioni normali abbia una vista normale, tende a ricercare con ossessione le proprie miodesopsie amplificando di fatto il problema a livello psicologico.
I medici oculisti spesso prescrivono integratori alimentari specifici, consigliando di ignorare il problema, consigliando di bere molta acqua. L’efficacia degli integratori alimentari è da verificare: non è ancora certo che possano influire sull’evoluzione del vitreo. Una buona alimentazione ricca di vitamine, verdura e cibi ricchi di liquidi è invece di fondamentale importanza, specie durante la stagione calda, per prevenire alterazioni vitreali.
Un semplice accorgimento che non risolve il disturbo ma può renderlo molto meno fastidioso consiste nell’indossare occhiali da sole con lenti larghe e scure, eventualmente a specchio, soprattutto nelle giornate luminose: l’intensità delle miodesopsie nel campo visivo appariranno notevolmente ridotti.

Al momento non esiste una cura per la miodesopsia, non esiste una terapia farmacologica che elimini completamente il disturbo. È importante però che si dia spazio alla capacità di adattamento del cervello, evitando di concentrarsi ossessivamente sul corpo mobile e sulle ombre vaganti da esso proiettate. Bisogna, viceversa, cercare di concentrarsi sull’immagine.
Infine, ruotando gli occhi i corpi mobili potrebbero non dare più fastidio perché talvolta si collocano proprio di fronte alla macula, l’area della retina deputata alla visione centrale; adottando questo semplice accorgimento si può quindi ridurre il fastidio da essi provocato.
Una possibile cura per il trattamento delle miodesopsie, in alcuni casi, potrebbe consistere nella vitreolisi con yag laser. Se i corpi mobili non si localizzano troppo vicino ad altre strutture oculari, il laser può essere in grado di vaporizzarli o romperli in corpi mobili più piccoli, o semplicemente spostarli dall’area visiva centrale. Il trattamento non è molto invasivo, dura circa 20-30 minuti, non provoca dolore. Si tratta comunque di una procedura non del tutto priva di possibili complicanze (cataratta, aumento della pressione oculare, rottura o distacco della retina), ragion per cui la decisione di ricorrere o meno a tale trattamento spetta sempre all’oculista.
L’unica alternativa terapeutica alla vitreolisi laser è la vitrectomia, una procedura chirurgica piuttosto invasiva e che può portare alla comparsa di eventi avversi significativi, pertanto eseguita dai chirurghi solo in casi selezionati.

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