Focolai covid a Laurino e Piaggine: casi collegati

I focolai covid di Piaggine e Laurino potrebbero essere collegati. Si ipotizza che tutto possa essere partito da una donna colombiana

Di Carmela Santi

Focolai Covid a Laurino e Piaggine, non c’è più alcun dubbio i casi sono collegati. La conferma è arrivata dal lavoro dell’Istituto Zooprofilattico di Portici che ha accertato la presenza della variante colombiana nei primi casi positivi registrati nei due centri cilentani, distanti pochi chilometri e la cui vita sociale si intreccia su più fronti.

Focolai covid: la ricostruzione dell’origine

Dalle prime ore di ieri mattina, ovvero da quando la notizia si è diffusa, nei due paesi è iniziata una ulteriore ricostruirne dei contatti dei casi positivi accertarti nei giorni scorsi per cercare di capire in che modo la variante colombiana possa essere arrivata nell’entroterra cilentano.

Le ipotesi

Al momento non c’è alcuna certezza ma l’origine dei focolai covid potrebbe essere collegata al ritorno a Piaggine di una donna colombiana rientrata nel Cilento il 13 maggio, dopo un mese trascorso nel suo paese di origine.

La donna é stata tra i primi casi positivi registrati a Piaggine dove le positività sono iniziare qualche giorno prima rispetto a Laurino.

La donna colombina sarebbe stata poi in alcuni locali commerciali, tra cui una parrucchiera, frequentati anche da cittadini di Laurino. Una ricostruzione possibile circa l’origine dei focolai covid nei due centri e soprattutto su come la variante colombiana possa essere arrivata a Laurino e Piaggine.

L’Istituto Zooprofilattico ora darà il via ad una serie di indagini per ricostruire ulteriormente i contatti delle persone positive. Serviranno a comprendere bene come abbiano potuto contrarre la variante colombiana.

Da precisare che le tracce di quest’ultima sono state rilevate su vecchi tamponi fatti in paese. Attualmente non si registrano nuovi casi di positività.

La situazione oggi

I quaranta casi registrati a Laurino sono scesi a meno di dieci. Fra i due comuni sei i casi di variante colombiana accertati gli unici in Campania.

La conferma è arrivata dai tamponi inviati sui primi casi all’Istituto zoorofilattico di Portici dal laboratorio dell’ospedale di Agropoli diretto dal dottore Marcello Ametrano.

Sarebbero state contagiare con la variante colombiana del Covid 19 anche le due suore ricoverate nella struttura Covid agropolese. Una di 47 anni risulta ancora in condizioni preoccupanti.

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