È stata revocata la misura cautelare alla maestra Ernestina Sacco originaria di Eremiti nel comune di Futani. La donna era finita agli arresti domiciliari a Mondovì, in Piemonte, con l’accusa di maltrattamenti nei confronti dei propri alunni. Ora torna in libertà.
Piena soddisfazione viene espressa dal suo legale, l’avvocato Antonello Natale, che ha sempre avuto piena fiducia nella Magistratura e la certezza che la verità storica coinciderà con la verità processuale.
Le accuse alla maestra cilentana
La misura cautelare era stata emessa dal GIP del Tribunale di Cuneo su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini.
La donna, 57enne arrivata dal Cilento ma domiciliata nel monregalese, era stata assunta a inizio anno scolastico. Aveva un contratto a tempo determinato e assegnata alla scuola dell’infanzia quale organico Covid per consentire lo sdoppiamento delle classi.
La maestra secondo l’accusa, avrebbe sottoposto i bambini, tutti tra i 3 e i 5 anni di età, a violenze fisiche e verbali durante lo svolgimento dell’attività didattica. Li avrebbe così indotti ad una condizione di paura e di soggezione tali da rendergli intollerabile la frequenza delle lezioni.
L’indagine è stata avviata nel dicembre dello scorso anno quando i Carabinieri di Mondovì avevano ricevuto una segnalazione dall’Istituto scolastico in merito alle lamentele di alcuni genitori.
Questi riferivano di comportamenti tenuti dalla maestra a causa dei quali molti bambini avevano espresso il desiderio di non frequentare più le lezioni.
Dopo aver acquisito i primi elementi di riscontro sui maltrattamenti rivolti ai bambini durante l’orario scolastico, urla, castighi, ingiurie, minacce e percosse, i Carabinieri hanno monitorato costantemente il comportamento dell’insegnante. Ciò attraverso l’impiego di telecamere, potendo così documentare la sua condotta.
La maestra, stando alle ricostruzioni, avrebbe instaurato un clima di tensione emotiva e di paura all’interno della classe. Avrebbe cercato anche di condizionare psicologicamente i bambini per evitare che questi raccontassero a casa ciò che accadeva in aula. La notizia sin dall’inizio è rimbalzata nel centro cilentano suscitando non poco clamore.