ASCEA. Nei lavori di recupero e integrazione delle sedute del teatro di Velia, riscontrati “profili di carenze, approssimazioni e irregolarità”. E’ quanto si legge in un documento indirizzato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione all’onorevole Margherita Corrado, senatrice del gruppo Misto, che aveva chiesto chiarimenti sulle opere.
Lavori al teatro di Velia: le contestazioni
La stessa parlamentare aveva individuato presunte criticità nell’iter. La questione, ora, è stata confermata dall’anticorruzione che nel suo report elenca una serie di anomalie.
I rilievi dell’anticorruzione
“La semplificazione progettale deve comunque tenere conto della natura del bene e del tipo di intervento“, ricordano dall’autorità, evidenziando come il parco archeologico di Velia sia inserito nella lista del patrimonio mondiale Unesco.
Lo stesso, quindi, è sottoposto ad una serie di tutela che “parrebbero non compatibili con un regime progettuale semplificato“, si legge nel documento. Ma non solo. “E’ stata contestata la riconducibilità dei lavori ad interventi di manutenzione straordinaria, laddove, viceversa, nel caso in esame i lavori ricomprendono, tra l’altro, lavorazioni che richiamano più propriamente la definizione di restauro”.
“Riscontrati profili di approssimazione e carenza”
I lavori relativi al recupero e la manutenzione del teatro di Elea – Velia, in qualsiasi modo siano inquadrabili, presentano comunque “profili di approssimazione e carenza in relazione, in primo luogo, alla non piena coerenza tra i diversi elaborati facenti parte della stessa“.
Ulteriori profili di approssimazione l’Anac li individua nella categoria di qualificazione, “non rivenendosi all’interno del progetto, un’adeguata analisi delle tipologie di lavorazioni di cui si compone l’intervento“.
Le carenze contestate dall’anticorruzione
Quanto alle carenze l’Autorità Anticorruzione ha rilevato la mancata attuazione del disposto normativo che “seppure riconosce che i direttori dei parchi archeologici esercitano anche le funzioni spettanti ai Soprintendenti“, precisa al contempo che sono comunque sottoposti all’attività di direzione, indirizzo, coordinamento e controllo. E, secondo l’Anac, mancherebbe l’intervento da parte della Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio.
Anomalie riguardano anche la nomina del Rup che ha riguardato un dipendente amministrativo incardinato nell’ufficio bilancio del Parco Archeologico: “il soggetto nominato non risultava inquadrabile come soggetto tecnico”. Perplessità da parte dell’anticorruzione emergono anche nelle modalità d’individuazione del progettista e direttore dei lavori.
I rilievi verranno inviati anche alla Direzione generale Archeologia per “consentire ogni opportuna valutazione in merito all’attività progettuale svolta dal Parco Archeologico”.