Un festival il One Love Reggae Reunion lì dove è nato uno dei più grandi eventi a livello internazionale sulla Reggae Music, il Rototom Sunsplash . Quest’ultimo per causa di forza maggiore è stato rinviato all’anno prossimo, ma c’è ancora la possibilità di rivivere quell’atmosfera di relax, festa, musica e cultura. Tantissimi gli ospiti che si alterneranno nell’area Dancehall, yoga ed attività per i più piccoli e non. Tra gli ospiti gli AFRICA UNITE, VILLA ADA POSSE, LAMPADREAD e tanti altri. L’evento è a posti limitati e prevede una prenotazione fino ad esaurimento posti. Per altre info Associazione One Love su Fb e IG.
“TRUST IN US” L’ALBUM RAP JAZZ PER L’IN STORE AL DISCLAN IL 26 GIUGNO
“Trust in Us” è l’album di Pantu e Long John uscito a fine Gennaio per l’etichetta indipendente Rest in Press in presentazione da Disclan a Salerno Sabato 26 Giugno alle 18.00. Già in distribuzione su tutte la piattaforme digitali e in vinile, il rap di “Trust in Us” è di quelli che ascolti ovunque e in qualsiasi momento: sonorità jazz, funky e afrobeat, un rap “suonato” quello che ritrovi nei brani di Long John, rapper di madrelingua inglese, e prodotti dal producer Manuel Garro, in arte Pantu che sarà presente all’ In Store di Disclan per parlare di come sia nato l’album e quale scommessa sia stata fatta su un tale progetto di respiro quasi internazionale in Italia. In questo loro primo album insieme, Pantu e Long John, si avvalgono del contributo musicale ed artistico rispettivamente della rapper Vaitea, neozelandese da anni conosciuta nella scena rap e hip hop italiana ed europea, di Vinkee altro rapper di origine ecuadoriana membro del progetto “Clan Dos” , di Dj Whip giovane esordiente di origini calabresi e di Marcello Nitti artista tarantino disegnatore della copertina dell’album.
MUSICA POST PANDEMIA, IL RITORNO ALLA NORMALITA’: SI, MA QUALE?
Con la fine del coprifuoco e l’apertura dei locali c’è da fare, e viene spontanea un’osservazione: c’è o ci sarà spazio per la musica? E quando parlo di musica non parlo di quella che conta grossi numeri (il mainstream per intenderci), ma mi riferisco al mio caro e fedele Underground. Quale locale sarà disposto a pagare quel rapper esordiente o quel dj/producer che vorrebbe promuovere l’ultimo lavoro autofinanziato dall’ennesima label indipendente. Chi ci assicura che anche stavolta lo pseudo dj, che per hobby si diverte a mettere un po’ di musica nei weekend, non accetterà la 50 euro anche o peggio, accetterà di offrire la propria prestazione da principiante in maniera del tutto gratuita rovinando così un mercato già in fortissima crisi. Un ritorno alla normalità?! Sì, ma quale normalità per la musica, in un Paese come l’Italia che non sa ascoltare più, neanche quello che di nuovo c’è.