«Due mesi per una visita urgente»: la segnalazione da Vallo della Lucania

Troppo tempo per potersi sottoporre ad una visita urgente. Ancora disagi per i tempi d'attesa della sanità. Ecco l'ennesimo caso

Di Redazione Infocilento

VALLO DELLA LUCANIA. Circa due mesi per una visita dermatologica urgente. Il caso, segnalato nei giorni scorsi dal senatore Francesco Castiello (leggi qui) non è né unico né raro. I tempi d’attesa per sottoporsi ad una visita medica continuano ad essere notevoli e le segnalazioni in proposito si moltiplicano.

Visita medica urgente: i tempi d’attesa ancora lunghi

L’ultima, giunta alla nostra redazione, arriva ancora da Vallo della Lucania. «L’11 maggio – racconta Salvatore – mi sono recato al pronto soccorso per un incidente con acido e sono stato medicato. Al momento della dimissione il dottore mi ha dato una terapia e mi ha invitato ad effettuare una visita dermatologica al poliambulatorio per il 13 o il 14 maggio. Mi ha detto di farmi fare la prescrizione medica urgente e di recarmi in uno dei due giorni per la visita».

L’inizio del calvario

A questo punto cominciano i problemi: «Ho chiamato il Cup per prenotare – racconta il paziente – mi hanno riferito che il poliambulatorio gestisce direttamente le urgenze». Infatti si è presentato all’accettazione ed è stato invitato a parlare con il medico il quale «ha riferito che non poteva accettare urgenze. Gli ho fatto presente che si trattava di un’ustione e che si stava manifestando con delle perdite sebacee anche sul volto, ma probabilmente delle ustioni da acido gli avrebbero dato troppo da fare, anche per potermi dare un’occhiata dopo le visite programmate», dice sconfortato Salvatore.

Per una visita attesa di due mesi

Così si è dovuto recare nuovamente al pronto soccorso dove, dopo la medicazione, hanno ribadito la necessità di una visita dermatologica. «A questo punto ho richiamato il Cup, ma la prescrizione non ha più carattere di urgenza e la prima visita prenotabile è tra circa 2 mesi».

Il rischio, in questi casi, è che i pazienti debbano rivolgersi a dei privati e pagare, senza poter fruire in tempi ragionevoli del servizio pubblico.

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