“Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo” scriveva Isabel Allende nel suo libro “Paula”. Un concetto, questo, ben espresso nella mente e nel cuore di Andriy Shevchenko, attuale commissario tecnico della Nazionale Ucraina, ed ex campione del Milan, oltre che Pallone d’Oro 2004.
Nonostante la sua scintillante carriera ed i suoi sogni realizzati, non ha mai dimenticato Agropoli come dimostrano le sue recenti parole al Corriere della Sera (leggi qui).
Del suo legame con la città porta del Cilento ce ne ha parlato Antonio Inverso, un’istituzione del calcio agropolese che da anni organizza uno dei tornei giovanili internazionali storici più importanti in Italia, riferendosi a quel 1989, rimasto nel cuore del campione ucraino: “Vennero qui con la Dinamo Kiev,quando ancora c’era l’URSS. La Federazione ci disse che potevano mandare una sola squadra e ci pregarono di trattare bene i ragazzi. Era la prima volta che una loro formazione giovanile varcava i confini nazionali. Vennero seguiti da un funzionario governativo”.
La popolazione di Agropoli accolse i ragazzi, che venivano da un contesto complicato con grande gentilezza: “Si stabilì subito un legame empatico, le persone offrivano ai giovani calciatori gelati e caramelle. Alla fine del torneo le Arti Grafiche Guariglia regalarono ai ragazzi prodotti per la scuola, ma anche tute ed altri prodotti sportivi”.
Ma quella Dinamo Kiev in campo non era certo una squadra che ci andava per il sottile. Vinse infatti largamente il torneo, concedendo un solo gol, alla scuola Calcio Agropoli. “In campo erano come dei robot”- dice Inverso –“una squadra talmente concentrata che pure sul 10-0 in finale contro il DLF Agropoli evitò una rete: un calcio di rigore, peraltro generoso concesso dall’arbitro, che fu parato da Shovkovsky il quale divenne anche lui un grande portiere. Shevchenko fu invece il mattatore di quella manifestazione: in semifinale segnò pure 5 gol contro il San Marino”.
L’anno dopo la Dinamo Kiev tornò ad Agropoli, per la prima volta sotto le insegne dell’Ucraina: “Fu la prima volta che una squadra dell’est Europa incontrava una degli Stati uniti. Andammo a prenderli con il pullman della SCAT, mettendo le due delegazioni all’interno della stessa vettura. Temevamo qualche incidente ed invece dopo un’ora vedevamo i ragazzi ucraini giocare con i videogames degli americani, in un clima di grande cordialità”.
Sul campo anche in quel caso non ci fu storia: la Dinamo Kiev liquidò il Rochester Chili per 4-0. Ed è proprio con la città americana che Agropoli ha da anni stretto un gemellaggio: “Nel novembre di quello stesso anno tanti agropolesi si recarono negli Stati Uniti ad assistere al loro torneo internazionale, un bell’esempio di civiltà ed ospitalità” conclude Inverso.