L’Associazione Opera all’interno dell’VIII^ edizione di A Prescindere… presenta A Prescindere…Cultura. L’appuntamento è il 18 luglio alle ore 20 in Piazza San Domenico a Marina di Camerota, Barbara Landi presenterà e modererà la serata alla presenza di Lorenzo Peluso autore de I giardini di Bagh- e Babur e del Senatore Francesco Castiello autore del libro “Il mito di Asclepio/Esculapio” (il medico che vinse la morte).
Il ‘ritorno’ di A Prescindere…Cultura è stato fortemente voluto dall’Associazione Opera che, vuole riportare al centro dell’attenzione la Cultura in ogni suo aspetto.
“I giardini di Bagh-e Babur”, è una lucida cronaca dei viaggi intrapresi dal giornalista salernitano in alcune delle zone più pericolose del pianeta. Attraversa l’Afghanistan, Kurdistan e Iraq.
Descrive, argomenta, spiega e addirittura racconta tracce di vita normale, nonostante la morte e distruzione, come bere il tè, parlare con le famiglie, fotografare i bambini. Il libro è anche premonitore. La Turchia non aveva ancora attaccato i territori curdi, eppure Peluso lo sa, traspare dal suo scritto. Il racconto è un viaggio in luoghi distrutti, laddove c’è morte e speranze infrante terre macchiate dal sangue. Eppure Lorenzo Peluso ama il suo lavoro ed ama i territori che calpesta, per il semplice motivo che scrivere, raccontare, viaggiare, diventa naturale come l’aria che respiriamo.
In un’intervista ad un quotidiano racconta che: “Il Medio Oriente è Il luogo, dove la pace è predicata da tutti, ma dove tutti, nonostante tutto, sono pronti a fare la guerra.
Un luogo che custodisce ricchezze straordinarie, ma dove vivono persone cui manca l’essenziale. Dal punto di vista geografico, il Medio Oriente è un’area molto vasta e complessa che spazia dalle sponde del Mediterraneo, da Beirut, passando dalle colline del Golan in Libano, fino alla penisola arabica. In mezzo la Siria, l’Iraq, la Giordania, Israele. L’Iran. Dal Medio Oriente vi è la porta all’Asia, dunque l’Afghanistan. Una terra dove sono costretti a vivere insieme arabi, mussulmani e cristiani. Un luogo dove nel condividere la terra, la politica, gli usi ed i costumi, è fin troppo facile scontrarsi perennemente, nella coesistenza di sciiti e sunniti, ortodossi, cattolici ed ebrei. Ognuna di queste guerre ha le sue motivazioni ed ognuno di questi popoli, ha le sue ragioni. Tutti hanno delle pretese, giuste anche. Tutti odiano tutti ed amano tutto. Uno dei luoghi più belli ed intensi del pianeta; ma anche uno dei luoghi più martoriati al mondo”.
Il libro del senatore Castiello invece racconta del mito di Asclepio/Esculapio è il più affascinante in assoluto della mitologia greco-latina. Nato da Apollo e allevato dal centauro Chirone che gli insegnò le arti mediche, tra cui la chirurgia, divenne, secondo Omero ed Esiodo, rispettivamente, “medico infallibile” e “sommo nella medicina”. Il suo culto si diffuse dopo le pestilenze che colpirono Atene nel 426 a.C. e Roma nel 291 a.C.; culto che progressivamente soppiantò quello di Apollo essendo Asclepio un dio benevolo e soccorrevole, che libera tutti dalle sofferenze, imperatori e schiavi, ricchi e poveri, vecchi e giovani (ben diverso da Apollo che guariva ed uccideva, la cui protervia ha avuto coerenti proiezioni letterarie: M. Detienne, Apollon le couteau a là main, Paris 1998).La fama di Asclepio straripò quando alle miracolose guarigioni si aggiunsero le risuscitazioni di illustri personaggi, tra cui Capaneo, Licurgo, Orione, Tindaro, Imeneo, Androgeo e Ippolito. Fu proprio la risuscitazione di quest’ultimo che fece traboccare il vaso. Ade, il dio degli inferi, secondo i mitografi (Pausania, Apollodoro, Igino, etc) presentò le proprie rimostranze a Zeus per l’effrazione dell’ordine cosmico. Asclepio aveva violato le leggi di natura, richiamando in vita i trapassati. Aveva osato varcare il recinto dell’umano. Dopo questo limite c’è il fuoco. Zeus lo annientò con la folgore, ma lo elevò al firmamento come costellazione di Ofiuco o Serpentario (anguitenens). Il serpente era il suo simbolo e a tale simbolo fu coerente il catasterismo che il re degli dei gli riservò. Si avverò, per tal modo, la profezia di Ociroe, la profetessa figlia del centauro Chirone, che gli aveva predetto che avrebbe operato per la salvezza del mondo coprendosi di gloria, ma, risuscitando i morti, avrebbe perso la vita.
Il fascino che circonda il personaggio di Asclepio è costante per tutte le fasi della sua vita. Alla nascita, secondo il racconto di Pausania, fu circonfuso da un alone di luce da cui rimase colpito il pastore che lo scoprì su un monte allattato da una capra, divenendo, così, consapevole della sua essenza divina. È evidente l’analogia del mito della nascita di Asclepio con la nascita del bambin Gesù. Nella descrizione di Pausania l’incontro del pastore con il divin neonato rappresenta, come osservato da autorevole fonte, “una graziosa storia del presepe pagano”.Asclepio inventò la “clinica” intesa nel senso della incubazione: nel sonno egli appariva come divinità epifanica e salvifica.
I pellegrini che accorrevano numerosi nei suoi tempi (circa 500 nel bacino del Mediterraneo) si svegliavano l’indomani guariti e lasciavano incise su stele litoidi le iscrizioni gratulatorie (yamata) che attiravano, suggestionandoli, tanti altri infermi che accorrevano speranzosi di guarigione a queste Lourdes pagane. Fu tale la fama che il dio medico guaritore e risuscitatore aveva raggiunto che Trasimede di Paro ne scolpì l’immagine ritraendolo assiso su un trono riccamente adornato, recante sul viso un’impronta di bonomia e di mitezza, espressione della sua vicinanza e della sua disponibilità nei confronti di un’umanità sofferente. La statua di Trasimede di circa 6 metri di altezza ricalcava quella dello Zeus di Fidia (di tredici metri di altezza), considerata per la sua imponenza tra le sette meraviglie del mondo.
Nel saggio, una volta percorse le fasi salienti della vita di Asclepio, si esegue per la prima volta nella letteratura antropologica, l’accostamento del dio medico al titano Prometeo. Asclepio eroe-medico filantropo e salvifico è avvicinabile a Prometeo, benefattore dell’umanità, che, sottraendo semi di fuoco alla “ruota del sole” e recandoli sulla terra in un bastone cavo, porta agli uomini la scintilla, donando loro la civiltà e riducendo le distanze tra la condizione umana e quella divina. Prometeo, a dispetto di Zeus che vorrebbe l’uomo debole e schiavo, gli dona il fuoco, scintilla di intelligenza. Asclepio, con l’effrazione dell’ordine cosmico, sfida l’ira di Ade e di Zeus. Una serata di grande spessore culturale, domenica 18 luglio alle ore 20 in Piazza San Domenico a Marina di Camerota. Mostra meno