Come cambierà il suo volto il porto di Agropoli? Un tema che si sta affrontando in questi giorni e che sta destando più di qualche perplessità da parte di cittadini e operatori dell’area portuale. Oggetto di interventi dovrebbe essere, di qui a breve, l’area che va dalla Capitaneria di Porto alla Palazzina dei Servizi. Una zona verde che potrebbe trasformarsi un centro commerciale con negozi, bar e ristoranti.
Un modo per sviluppare la zona, come del resto avviene anche in altri comuni del comprensorio cilentano dove l’apertura di attività ha dato nuovo impulso alle aree portuali.
Ad Agropoli l’iniziativa è possibile poiché le competenze per la zona, con un apposito atto della Regione, sono passate al Comune. Ma se il progetto è indirizzato verso uno sviluppo e una maggiora attrattività del porto di Agropoli perché tante polemiche?
Cittadini e operatori turistici lamentano scarsa trasparenza sul progetto che l’amministrazione comunale avrebbe condiviso solo con pochi, tant’è che qualche privato avrebbe già effettuato dei sopralluoghi.
Come avverrebbe la trasformazione dell’area? Cosa sorgerebbe in zona? Verrebbero costruiti nuovi edifici o si posizionerebbero, come sembra, dei prefabbricati? E in ogni caso chi se ne occuperebbe? Perché i cittadini di Agropoli non sono stati coinvolti in questa iniziativa?
Questi gli interrogativi che i cittadini e soprattutto tante persone che hanno interessi sul porto si stanno ponendo. Da un lato c’è chi vorrebbe che venisse conservata e valorizzata l’area verde, magari attrezzandola ulteriormente per attività da compiere all’aria aperta, dall’altro chi è favorevole a nuovi servizi ma chiede che gli stessi vengano gestiti da persone del posto e che vi sia un bando pubblico per le assegnazioni dell’area.
Qualcosa di simile avvenne già nel 2015. Allora il sindaco era Franco Alfieri. L’amministrazione comunale aveva definito la realizzazione di fabbricati per servizi turistici e diportistici nel porto di Agropoli per 1,2 milioni di euro. Nonostante l’iter fosse stato portato a compimento l’opera non vide mai il completamento.
Ora si programma qualcosa di simile, almeno nelle intenzioni, ma l’impressione è che ci sia molta meno trasparenza.