POLLICA. Da oltre 10 anni un delitto irrisolto, senza mandante e senza assassino. Quello di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, è dal 5 settembre del 2010, uno dei tanti misteri italiani. Ma ad uscire danneggiato da questa storia è lo Stato, colpito e affondato come il suo rappresentante da nove proiettili calibro nove. Ed ora proprio lo Stato prova a rialzarsi.
Omicidio Vassallo: l’attività della Commissione parlamentare antimafia
Su iniziativa del deputato del Movimento 5 Stelle, Luca Migliorino, la questione torna all’attenzione del Parlamento e della commissione antimafia. Martedì il primo momento di confronto.
“Grazie al continuo ed intenso impegno di Dario Vassallo era doveroso, da parte del Parlamento, creare un gruppo di lavoro che analizzasse a fondo gli accadimenti che hanno caratterizzato tutta la vicenda”, ha detto il Parlamentare.
E proprio dalle parole del fratello del sindaco Pescatore che oggi porta avanti la Fondazione omonima, si è ripartiti ad analizzare il caso. Ci saranno delle audizioni, di giornalisti che hanno seguito il fatto, di quanti hanno lavorato al fianco di Angelo Vassallo in quegli anni e soprattutto di chi ha indagato sul delitto.
L’omicidio Vassallo
Angelo Vassallo fu ucciso la notte del 5 settembre 2010. Intorno alle 22:15, mentre rincasava alla guida della sua automobile, fu bloccato da uno o più attentatori che esplosero nove proiettili calibro 9, sette dei quali a segno.
All’indomani dell’omicidio fu avanzata l’ipotesi che esso fosse stato commissionato dalla camorra al fine di punire un rappresentante delle istituzioni che si era opposto a pratiche illegali.
Il 25 marzo 2015 venne indagato del delitto Bruno Humberto Damiani. Poi l’attenzione si spostò su Lazzaro Cioffi, il carabiniere colluso con il clan Caivano. Di fatto, ad oggi, nulla è cambiato e si prova a ripartire.
Segnali di fiducia
“Questa volta sarà diverso da quello che è accaduto in passato, come nel 2019 quando in tanti pensavano che tutto poi sarebbe sfumato nel nulla. Questa volta nulla si dissolverà, perché la cosa più bella e più importante è che la commissione potrà indagare sull’operato di chi ha indagato. Quindi nessuno può stare più tranquillo. Sbagli ce ne sono stati fin troppo durante le indagini”, queste le parole di Dario Vassallo a Il Mattino.