Il Ceo di Smet, Domenico De Rosa, parla della svolta epocale del comparto Logistica e Trasporti grazie ad un uso intensivo dei trasporti misti tra mare-ferro-strada. Nuovi semirimorchi e nuove assunzioni all’orizzonte per l’azienda della logistica.
Che il 2021 sia l’anno della rinascita dopo un annus horribilis da non dimenticare l’amministratore delegato di Smet, Domenico De Rosa, lo aveva già annunciato a gennaio. L’emergenza Covid ha di certo posto in una nuova ottica tutto il comparto della Logistica e dei Trasporti che anzi, negli ultimi mesi ha guadagnato i plausi e gli elogi (nonché gli spot televisivi del fu Ministero dei Trasporti). Il rilancio del settore, per De Rosa, è questione di investimenti ed è qui che Smet intende fare la sua parte, potenziando un sistema come quello dell’ìntermodalità che, secondo la sua analisi, tra non molto diventerà indispensabile. Una politica che ha il duplice scopo di abbattere i costi e proteggere da rischi contagio Covid il personale impegnato, rendendola il vero baluardo per una mobilità sostenibile.
“A metà degli anni Novanta, il Gruppo SMET è stato pioniere dello sviluppo intermodale marittimo e ferroviario – ha dichiarato De Rosa durante un’intervista – che ancora oggi rappresenta per noi una priorità assoluta. Ad oggi movimentiamo sulle navi oltre tremila mezzi a settimana, a cui si aggiungono 16 company train, sempre a settimana. Il 2021 sarà un anno di svolta per il trasporto intermodale, grazie all’arrivo delle giga navi ecologiche del Gruppo Grimaldi, che rivoluzioneranno il traffico ro-ro e l’organizzazione dei trasporti sulla dorsale tirrenica. Prevediamo una rapida crescita del traffico intermodale e ci stiamo organizzando di conseguenza: abbiamo già ordinato 1000 semirimorchi aggiuntivi e contiamo di effettuare circa 200 nuove assunzioni. Parallelamente stiamo dando forte impulso all’intermodalità ferroviaria. A gennaio, in partnership con TX Logistics del Gruppo Mercitalia, abbiamo inaugurato il servizio ferroviario per semirimorchi da Bologna Interporto al Terminal Nord TKN di Colonia”.
Intermodalità come politica portante anche dell’Europa che ha fissato nel 2050 il termine ultimo per l’abbattimento delle emissioni di CO2 e per la creazione di una reale mobilità sostenibile, progetto ampiamente sostenuto anche dall’attuale premier Draghi.
“Le attuali richieste della Commissione Europea sulla neutralità ecologica e sostenibile sono entro il 2050 verso tutti gli Stati membri – continua De Rosa – Il progresso del trasporto ha già oggi, 30 anni prima della data indicata, una deadline chiara e precisa per cui tutti dovranno far si che la mobilità delle merci dovrà convergere verso uno shift modale. Perché abbiamo capito che è con questa ricetta che si va verso le emissioni zero. Naturalmente l’intermodale da solo non basta ed ecco che insieme all’Iveco abbiamo avviato un dialogo, ormai anni fa, sul tema delle trazioni alternative. Un esempio sono l’uso dell’Lng, il gas liquefatto, al posto del Diesel. Oggi siamo agli inizi delle trazioni all’idrogeno e al full electric. Tutte queste implementazioni saranno la base per conseguire questa neutralità sul consumo del carbonio.
Intermodalità infine come mezzo per abbattere il rischio contagi nell’era Covid.
“Abbiamo un vantaggio con l’intermodalità nel momento in cui riduciamo la mobilità delle persone – conclude l’imprenditore – Il virus viaggia con le persone. Se siamo capaci di limitare gli spostamenti e far viaggiare solo gli assets, ovvero i trailer, abbiamo di fatto evitato dei rischi di trasferenza umana. Possiamo dire quindi che l’intermodalità, ad oggi, considerando il trasporto indispensabile per il mantenimento di un assetto socio-economico, è il sistema migliore per arrivare al Covid-free”.