“Educare insieme” è il progetto proposto dalla Parrocchia di San Giovanni Battista di Cardile, rivolto ai ragazzi delle scuole medie dell’Istituto comprensivo di Gioi e alla casa famiglia “Il Germoglio” di Agropoli. L’obiettivo è di far integrare e risocializzare i ragazzi a seguito dell’isolamento imposto dal periodo di chiusura a causa del coronavirus.
L’iniziativa è in partenariato con le parrocchie Gioi, Piano Vetrale, Perito, Stio, Gorga, Magliano Vetere, Magliano Nuovo e Capizzo. Collaboreranno il Comune di Gioi, la casa famiglia “Il Germoglio” di Agropoli, l’ Oratorio ANSPI “San Giovanni Bosco” di Cardile, la scuola italiana di Comix di Napoli, l’Istituto musicale “Goitre” di Vallo della Lucania.
Il filo conduttore, che si inserisce nell’area tematica del bando “Cittadinanza attiva”, è quello della “libertà”, rivendicato durante le rivolte risorgimentali cilentane nel 1820, 1828 e 1848, quale diritto sacrosanto insieme ai valori di “uguaglianza” e di “fratellanza”, tanto anelati contro il dispotismo borbonico.
Si vuole, pertanto, educare i ragazzi al rispetto di tali diritti, oggi, consacrati anche nella Nostra costituzione e di cui tutti godiamo oggigiorno, proprio grazie al sacrificio estremo dei “Martiri risorgimentali” che si immolarono nel Cilento.
I ragazzi verranno coinvolti attraverso i propri docenti per un periodo di dodici mesi in attività che avranno il territorio e i valori rivoluzionari quale punto di riferimento. Previste, ad esempio, lezioni di educazione civica, di storia ed italiano con la proiezione del film “Bagliori nell’alba”. Il Cilento sarà al centro delle lezioni di geografia, così come dell’arte, del disegno, dell’educazione fisica con la possibilità di riproporre antichi balli popolari e della musica. Anche lo studio delle scienze avrà al centro il territorio con lo studio delle risorse ambientali delle aree interne.
I ragazzi saranno parte attiva del progetto, prenderanno parte ad un cortometraggio e sceglieranno e realizzeranno il proprio abito.
“La proposta progettuale è innovativa perché si basa sul tentativo di far socializzare tra di loro le nuove generazioni alla presenza dei genitori – spiega uno degli ideatori, Carmine Rizzo – in modo di andare contro tendenza rispetto alle generazioni precedenti, al fini di creare occasioni di incontro tra i cittadini da sempre isolati sul territorio, con l’obiettivo di creare aggregazione, solidarietà e armonia sul territorio di riferimento che appartiene all’Istituto comprensivi nei quali sono interclusi i paesi citati nel progetto. Questo rappresenta uno strumento e una soluzione innovativa per il contesto sociale che non è stato mai sperimentato sul territorio nel passato”.