A Castellabate, precisamente a Tresino, un piccolo promontorio da cui è possibile godere di un panorama mozzafiato, è ambientata una delle leggende locali più antiche e suggestive, quella della principessa saracena di nome Ermigarda che si innamorò di un giovane pescatore, ma il loro amore venne travolto da un dramma e li condusse alla morte.
La leggenda è ambientata nel periodo delle scorribande saracene nel Mediterraneo e durante uno sbarco, proprio una flotta saracena approdò ad Agropoli e prese possesso del territorio. Giunsero a riva tanti uomini e solo una fanciulla li precedeva, era la figlia del capitano, una bellissima creatura di nome Ermigarda ed aveva una caratteristica particolare: la sua pelle risplendeva al sole di un verde smeraldo e per questo venne soprannominata “La Regina Verde”.
Entrambi, padre e figlia, furono incoronati re e regina di Agropoli e governarono per molto tempo, ma la sua bellezza fu per lei una condanna in quanto riceveva di continuo proposte di matrimonio da uomini illustri e il fatto di respingerli continuamente le procurava molta tristezza.
La fanciulla aveva di suo uno spirito solitario, amava trascorrere le sue giornate ad ammirare il mare e a cavalcare il suo bianco destriero, ma un giorno accadde che Ermigarda volle fare una passeggiata lungo la costa di punta “Pagliarolo”. Quasi per caso notò l’avvenenza di un giovane pescatore del posto che traeva a riva la sua rete piena di pesci. Si chiamava Octavio e a guardare la principessa rimase senza parole, folgorato dalla sua bellezza.
Tra i due scattò subito l’amore; Ermigarda iniziò a recarsi sempre lì per rivedere il giovane, senza che il re, suo padre, ne venisse a conoscenza.
I due innamorati si vedevano ogni giorno, vissero felici per molto tempo, fin quando, però, una mattina Octavio non fece più ritorno dalla pesca. Fu la forte tempesta a portarlo via e le onde lo inghiottirono. Ermigarda attese l’arrivo del giovane per molto tempo, fin quando perse la speranza e il suo dolore fu immenso.
La principessa, in preda alla sconforto e alla disperazione, volle porre fine alla sua giovane esistenza e si gettò da un dirupo nel mare. Ma gli Dei commossi dalla storia, in particolare Nettuno volle trasformare quella splendida creatura in una ninfa marina per lenire il suo dramma e si dice ancora oggi, secondo la testimonianza dei vecchi pescatori, che una creatura leggendaria nuoti misteriosamente tra le acque di Punta Tresino e Agropoli.
Per gli abitanti locali è da questa leggenda che nacque lo scoglio della “Principessa saracena”, una roccia che per forma e corpo ricorda una figura e un profilo femminile, simile ad una ninfa e che con il suo sguardo appare intenta ad ammirare il mare; si narra anche grazie alle credenze popolari che nelle notti burrascose a Tresino si possano sentire ancora riecheggiare le grida di Ermigarda che piange per il suo pescatore.