VIDEO | L’arte non si ferma: Bartolomeo Gatto ripercorre la sua opera in un video

Ecco gli "itinerari" dell'artista originario del Cilento

Di Adele Colella

Proprio in questo periodo dove tutto appare immobile e stabile che Bartolomeo Gatto, artista cilentano, non ferma la sua vena creativa neanche nei tempi difficili del Covid-19 e attraverso un percorso di opere artistiche ci ricorda che #lartenonsiferma con un video su YouTube dove si può ripercorrere il suo itinerario artistico ultrasessantennale che vanta prestigiose esposizioni in Italia e negli Stati Uniti.

L’artista vuole ricordare attraverso il suo impianto iconografico l’esserci nel mondo con una serie di dipinti a cui si è dedicato durante il lockdown scorso intitolati “Oltre il Virus”, “Uniti per sempre”, “Verso l’alto”, “Il virus va”, dove in tutte queste opere mette in risalto la lotta della luce contro l’oscurità, dipinge oggetti che spaziano e si liberano, a voler rappresentare quella stessa liberà che oggi ci è preclusa. Egli afferma: “Negli anni sessanta dipingevo insieme ai miei figli, Carla e Davide, in questo momento sono i miei nipotini che mi hanno insegnato la videochiamata e a tenere viva la mia voglia di fare”.

Non tutti sanno che Bartolomeo Gatto ha radici cilentane, nasce infatti il 25 agosto del 1938 a Moio della Civitella,, è un pittore, ma anche uno scultore e le sue prime opere pittoriche sono ispirate proprio alla sua terra natia che rappresenta con colori vivaci e vibranti, forme dirette, semplici e genuine proprio come la gente di questi luoghi.

Il Cilento è un’area montuosa dove nascono e dimorano gli ulivi, piante secolari dalle radici sinuose e sono queste  radici che da anni Bartolomeo Gatto lavora in silenzio quasi come se volesse negli strati del legno leggerne il profumo della storia. Nel 1953 lascia il Cilento e si trasferisce a Roma, nel 1969 a Bruxelles vince il premio “Les Artes en Europe”, a Madrid conosce Salvador Dalì e a Milano incontra più volte Giorgio De Chirico che vedendo le sue opere si complimenta per la “carica coloristica” che le anima, l’artista diviene conosciuto per il suo ciclo pittorico delle “Pietre Amanti”, che realizza a partire dagli anni 70 in bronzo, legno e pietra, di fatti numerose sono le sue sculture di grandi dimensioni che sono state installate in vari spazi pubblici, tra le opere d’arte ambientale di Gatto c’è la grande scultura “L’abbraccio”, in piazza mons. Bolognini, dinanzi al santuario del Carmine a Salerno.

Gatto in più di 50 anni di carriera ha progettato e realizzato oltre 200 mostre come ad esempio quelle a San Francisco, Milano, Amalfi, Napoli e critici d’arte come Pierre Restany ed Everardo Dalla Noce lo hanno accostato ad artisti come Jackson Pollock e Kandinsky. Egli vive ed opera attualmente a Salerno, si definisce un solitario, “uso colori puri e ho un particolare legame con le rocce”.

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