Dal 19 aprile la Regione Campania passa in “zona arancione” e in molti, soprattutto sui social, si stanno chiedendo se la didattica in presenza, collettiva per gli alunni di seconda e terza media e al 50% per gli studenti delle superiori, possa essere opportuna. L’opinione pubblica, soprattutto sul fronte dei genitori, è divisa fra ‘SìDad’ e coloro che, invece, temono un aumento dei contagiati da Covid, considerando anche l’esiguo numero di vaccinati fra la popolazione scolastica.
E su quest’ultimo versante si schierano alcuni studenti degli istituti superiori di Vallo della Lucania, ai quali è stato chiesto di esprimere un’opinione sul ritorno in classe.
Gli studenti, in totale 20 e tutti di età compresa fra i 15 e i 16 anni, mostrano quasi tutti diverse perplessità sul ritorno in classe al 50%, dovute ai mezzi di trasporto, alla paura di diventare veicoli inconsapevoli del virus nelle proprie famiglie e alla stessa metodologia didattica. “Il ritorno in presenza ci spaventa molto – afferma uno di loro – e il pensiero di stare con la mascherina per cinque ore consecutive ci fa passare la voglia di andare a scuola con piacere e con volontà”. E un altro, con più fermezza, afferma che in DaD al 50% non si capisce nulla dello svolgimento della lezione che si effettua in modalità sincrona.
Con maggiore ottimismo è, invece, considerata l’eventualità di tornare in classe al 100% a partire dal 26 aprile, in quanto, nonostante i rigidi protocolli da seguire nelle aule scolastiche, gli studenti intervistati considerano più vantaggiosa una modalità didattica uniforme, che non preveda divisioni.
Gli studenti, pertanto, chiedono stabilità, chiarezza, protezione, un ritorno in classe sicuro e una modalità didattica che non sia al 50% in presenza, ma uguale per tutti. “O tutti a casa in Dad o tutti in aula in presenza” è, in sintesi, la loro richiesta.
Nello Amato e Angelo Cortazzo