MONTECORICE. Sarà l’esame del Dna a chiarire a quale specie appartengano i resti di cetaceo rinvenuti a Casa del Conte, nel Comune di Montecorice. Ieri mattina gli esperti sono intervenuti sul posto per un’analisi più approfondita. Presenti i carabinieri del Cites, Orlando Paciello, professore del dipartimento di veterinaria della Federico II con i ricercatori Ilaria D’Aquino, Giuseppe Piegari ed Emanuela Vaccaro; i veterinari Vincenzo Squillaro, Leandro Di Gaeta e Luigi Maria Valiante, direttore scientifico del museo del mare.
Cetaceo spiaggiato: una delle ossa lunga quasi tre metri
Quattro i frammenti ossei del cetaceo schedati: il più lungo di 2,80 metri. Si tratta probabilmente di parte del cranio. La denuncia relativa alla loro presenza sul litorale era arrivata nel febbraio scorso quando alcuni bagnanti fecero la scoperta.
Fu poi Valerio Calabrese, direttore del Museo Vivo del Mare di Pioppi a segnalare il caso alle autorità. Terminata la campionatura tutto il materiale è stato posto sotto sequestro e trasportato proprio presso il Museo del Mare.
L’esame del Dna
Gli esperti della Federico II, esaminato il Dna del cetaceo, potranno chiarire definitivamente a quale specie appartengano quelle ossa. Successivamente verranno esposte le sale di palazzo Vinciprova. Le prime indicazioni lasciano presupporre si tratti del cranio di un capodoglio. Probabile che altre ossa siano state trafugate.
L’attività di recupero è stata compiuta in collaborazione con i comuni di Montecorice e Pollica.