Vallo della Lucania ricorda Giannino Bianco e Antonio Troccoli

Giannino Bianco e Antonio Troccoli due figure native di Vallo della Lucania che il Comune vuole ricordare alle future generazioni

Di Costabile Pio Russomando

VALLO DELLA LUCANIA. L’amministrazione comunale ha scelto di ricordare “Giannino” Giovanni Bianco e Antonio Troccoli, intitolandogli due luoghi pubblici. L’esecutivo Aloia, infatti, ha intitolerà al primo il teatrino comunale dell’ex Convento dei Domenicani e al secondo una strada del centro cittadino.

Il ricordo di Giovanni Bianco e Antonio Troccoli: la scelta dell’amministrazione comunale

Il professore Giovanni Bianco, avvocato, è nato a Vallo della Lucania l’ 1 febbraio 1920. Qui è qui deceduto il 17 luglio del 2011. La scelta di dedicargli uno spazio arriva in considerazione del fatto che «ha trascorso una vita dedicata alla riscoperta delle tradizioni culturali e del folclore locale». Non solo: era appassionato di ogni forma di espressione artistica ed in particolar modo del teatro e della recitazione. E’ naturale, dunque, che l’amministrazione abbia scelto di dedicargli il teatrino comunale sito all’interno del palazzo della cultura di via Nicodemo.

Si vuole così “tramandare la memoria alle giovani generazioni, a 100 anni dalla nascita e dieci dalla sua scomparsa”.

Antonio Troccoli, invece, è stato magistrato della Corte dei Conti. Nato a Vallo della Lucania l’ 11 aprile 1926, tragicamente deceduto in un incidente stradale a Roma il 10 luglio del 1983, investito da un motociclista
mentre attraversava la carreggiata del Lungotevere di Ripetta.

Da valente Magistrato Contabile si distinse come relatore di importanti processi e fu estensore di sentenze volte ad affermare il principio dell’autonomia dei giudizi in materia di contabilità pubblica e di responsabilità amministrativa rispetto a quelli penali, tra cui proprio circa un mese prima della morte, la Sentenza che affermò la responsabilità dell’ex Comandante Generale e dell’ex Capo di Stato Maggiore della Guardia di Finanza coinvolti nel famoso scandalo scoppiato all’inizio degli anni ’80 sul traffico clandestino di prodotti petroliferi che, tra il 1973 ed il 1979 comportò l’evasione di molte migliaia di miliardi di lire di evasione
delle Imposte di Fabbricazione previste dalla legge sugli oli minerali.

Fu anche docente di Diritto Pubblico nella Libera Università degli Studi Sociali di Roma e nella Scuola di Scienze Amministrative
dell’Università di Bologna; fu autore di numerose pubblicazioni in materia di Diritto Amministrativo e Finanza Pubblica; infine, ma non da ultimo, è stato a lungo a capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero
dell’Industria.

A lui sarà intitolata la strada comunale che dall’intersezione con Via Andrea De Hippolytis termina all’incrocio tra via Scavi, Via Nicola
Valiante, Via Sterze e Via Nicola De Mattia, attualmente priva di denominazione.

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