Cilento: le api sentinelle dello stato di salute dell’ambiente

Il Parco avvia un monitoraggio del territorio attraverso le api. Permetteranno di valutare la presenza di materiali inquinanti

Di Luisa Monaco

«Da oggi inizia il biomonitoraggio ambientale attraverso lo studio delle api nel Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni». Ad annunciarlo è il presidente Tommaso Pellegrino.
Attraverso l’analisi delle api in diversi punti del territorio, verrà rilevata l’eventuale presenza di inquinanti ambientali, tra i quali i metalli pesanti, che creano diversi danni alla nostra salute.

«Le numerose proprietà nutraceutiche del Miele, ricco di fibre, proteine, vitamine, sali minerali e polifenoli, oggetto di un prossimo studio, lo fanno entrare a pieno titolo tra i prodotti di eccellenza della Dieta Mediterranea del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni», evidenzia il presidente Pellegrino.

Cos’è il biomonitoraggio

Il biomonitoraggio è uno strumento innovativo di controllo che può trovare varie applicazioni nel campo degli studi ambientali: permette infatti di rilevare gli effetti dell´inquinamento osservando organismi viventi e i loro parametri biologici attraverso lo studio di variazioni ecologiche dovute all´effetto di una o più sostanze inquinanti presenti nei vari comparti della biosfera.
Questi studi permettono di osservare eventuali modificazioni morfologiche, fisiologiche e genetiche sia a livello cellulare e di organismo, ma anche a livello di popolazione e di comunità.

L’importanza delle api

Perché proprio le api e in particolare il loro prodotto d’eccellenza? Perché non tutti gli organismi sono adatti a essere impiegati come bioindicatori e le api – che già nel 1980 vennero definite “bioindicatori ideali” – per contro rispondono bene ai requisiti richiesti, tra cui la disponibilità d’informazioni biologiche e geografiche, la disponibilità di tecniche di campionamento affidabili e standardizzabili e i costi contenuti sia per il campionamento che per gli esami.

Le famiglie di api si muovono entro circa 7 km di raggio rispetto al proprio alveare e sono circa 8000 i prelievi giornalieri dalle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) che possono fornire dati qualitativi e quantitativi relativi alla salubrità o meno di un determinato ecosistema. A questi si aggiungono informazioni importanti riguardanti la combinazione e gli effetti sinergici degli inquinanti su ampio raggio.

Già in diverse zone d’Italia si utilizzano le api per il biomonitoraggio dell’ambiente.
Il miele rappresenta la matrice di raccolta solitamente per il breve periodo mentre la cera viene utilizzata per le valutazioni di lungo periodo grazie alla sua natura lipidica che conserva a lungo nel tempo le sostanze inquinanti.

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