Rutino, ex sindaco incandidabile: ricorso respinto

La Corte d'Appello conferma il giudizio di primo grado nei confronti dell'ex sindaco Gerardo Immerso. Era incandidabile

Di Redazione Infocilento

RUTINO. Era il 2017 quando la Prefettura di Salerno inviò una nota all’ora sindaco Gerardo Immerso contestandogli l’incandidabilità. Su Immerso, infatti, pendeva una condanna definitiva di due anni per ricettazione. Pochi mesi dopo le elezioni, avvenute nel 2016, l’incrocio dei dati dei nuovi eletti con il casellario giudiziario portò i funzionari a fare questa scoperta. Il sindaco, pertanto, non avrebbe potuto guidare il Comune per effetto della legge Severino e non solo: non era neanche candidabile.

“Non sapevo della condanna”, la risposta di Immerso, secondo il quale il provvedimento non gli era stato mai notificato, impedendogli tra l’altro di appellarsi alla Cassazione. A nulla valsero le giustificazioni e una sentenza favorevole della Corte d’Appello di Napoli. Il Presidente della Repubblica dispose lo scioglimento del consiglio comunale e vennero convocate nuove elezioni.

L’election day fu in bilico fino a 24 ore prima a causa di un ricorso presentato dallo stesso Immerso che però venne respinto consentendo ai rutinesi di recarsi alle urne e di eleggere come nuovo sindaco Giuseppe Rotolo.

Il Tribunale di Vallo della Lucania, in quell’occasione, definì improcedibile il ricorso di Immerso. Sono trascorsi quasi 4 anni da allora e la vicenda si arricchisce di una nuova pagina, ancora sfavorevole ad Immerso. La Corte d’Appello, infatti, è stata chiamata a decidere su un nuovo ricorso presentato dall’ex sindaco. I giudici hanno confermato che “il Tribunale di Vallo della Lucania ha correttamente definito la controversia con la declaratorio di improcedibilità della domanda”. Dichiarati inammissibili, quindi, i i vari motivi di appello. Di qui la decisione di rigettare il ricorso e la condanna ad Immerso al pagamento delle spese di giudizio. Si conclude, così, una vicenda lunga e intrigata che all’epoca una parte della stampa definì un “caso tutto italiano”.

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