Agropoli, ancora polemiche sull’Impastato: “Perché non si è intervenuti prima?”

Giovanni Basile accusa: «Se negli anni si sono succeduti tanti atti vandalici, come mai non si è mai provveduto a chiudere questa struttura?»

Di Gennaro Maiorano

AGROPOLI. Continua la polemica sull’impianto sportivo Peppino Impastato. Nei giorni scorsi il sindaco Adamo Coppola aveva sottolineato la volontà di recintare la struttura per evitare l’accesso dei vandali che negli anni hanno provocato ingenti danni. Per il primo cittadino la scelta di privare l’Impastato di barriere era dettato dalla volontà di dare un segnale di apertura ai cittadini (leggi qui).

Una tesi che però non convince Giovanni Basile, presidente dell’associazione Camelot. «Se negli anni si sono succeduti tanti atti vandalici, come mai non si è mai provveduto a chiudere questa struttura?
Si può lasciare una struttura in stato di abbandono?», si chiede l’avvocato agropolese.

Pochi mesi dopo la sua inaugurazione la struttura di località Moio era già stata danneggiata da ignoti che avevano rovinato il parquet e squarciato la copertura.

Per Basile sarebbe stato necessario intervenire prima. «Abbiamo sempre chiesto una particolare attenzione per le strutture sportive, perché si può sempre realizzare qualcosa ma bisogna programmare anno per anno dei costi per la manutenzione». Secondo il presidente dell’associazione Camelot, quindi, ogni intervento del Comune è tardivo e la sola recinzione non servirà a restituire dignità alla struttura.

Nei giorni scorsi anche l’associazione dedicata a Peppino Impastato, da Cinisi, aveva lanciato un messaggio affinché venisse reso riutilizzabile l’impianto sportivo dedicato al giornalista siciliano ucciso dalla mafia.

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