Agropoli, vandali all’Impastato: “Torni ad essere simbolo di legalità”

L’associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” scende in campo: l'impianto torni a vivere non venga lasciato nella totale incuria

Di Arturo Calabrese

Il caso del palazzetto intitolato a Peppino Impastato ad Agropoli valica i confini cittadini e fa addirittura scendere in campo l’associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” di Cinisi, in provincia di Palermo. La struttura sportiva versa in uno stato di abbandono e diviene oggetto di continui atti di vandalismo, a causa della mancanza di un adeguato sistema di sorveglianza e di una recinzione.

Dopo l’interessamento di diversi media, l’associazione che porta il nome del giornalista ucciso dalla mafia nel 1978 ha detto la sua sulla questione, esprimendo molta delusione nei confronti dell’istituzione comunale.

«Purtroppo sono tanti i luoghi dedicati alla memoria di Peppino Impastato che in questi anni hanno subito atti di vandalismo o l’abbandono – scrivono – esattamente come sta accadendo al palazzetto dello sport di Agropoli. Questo ci amareggia, perché con queste azioni, non viene colpita solo la memoria di Peppino, ma di tutte quelle persone che si sono battute e si battono per la giustizia sociale e contro le mafie. Allo stesso modo, purtroppo, sono tante le strutture e le opere costruite con soldi pubblici e con lo scopo di dare servizi utili e a volte anche speranze ai cittadini, che invece rimangono inutilizzate e lasciate morire nel degrado».

«Chiediamo con forza che questo spazio ritorni a vivere e ad essere utilizzato e che non sia lasciato nella totale incuria. Peppino – aggiungono – in una delle sue battaglie giovanili si impegnò proprio perché nel suo paese venisse costruito un campo sportivo, perché credeva molto nel valore educativo dello sport. Ringraziamo quanti si stanno impegnando tramite segnalazioni e articoli affinché la situazione possa cambiare ed il Palazzetto di Agropoli, dedicato a Peppino Impastato, non diventi il simbolo dello spreco del denaro pubblico – concludono dall’associazione – ma torni ad essere un luogo vissuto, simbolo di giustizia sociale e legalità».

L’interessamento di alcuni media, inoltre, ha fatto scomodare il sindaco Adamo Coppola, il quale, nell’inaugurando spazio in cui sui social risponde alle domande degli internauti, interviene nel merito, non prima di aver rispedito al mittente le accuse a suo carico in quella che è una excusatio non petita, dietro alla quale si cela una accusatio manifesta. «Stiamo progettando delle recinzioni – spiega Coppola – e provvederemo anche con il Pala Impastato. Pensavamo di dare un segnale di apertura alla città, ma purtroppo dobbiamo intervenire con recinti e telecamere».

Da valutare, adesso, quando e se queste promesse diventeranno realtà. La tensostruttura venne inaugurata nel 2015 e costò circa 500mila euro. Negli anni, è stata poco utilizzata e sempre più spesso teatro di scorribande, non solo notturne, da parte di vandali.

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