Assolti perché il fatto non sussiste. La sentenza é stata emessa dai giudici del tribunale di Vallo a chiusura del processo per abuso di ufficio, violazione delle normativa paesagistico –ambientale e violazione della normativa edilizia nonchè per truffa in concorso e violazione delle norme edilizie. Alla sbarra erano finiti, Mario e Vincenzo Maffia nelle rispettive qualità di committenti, Giuseppina Russo, Adriana De Santis, Antonio Baratta, Francesco Piecerno, quali componenti della commissione paesaggistica ambientale del comune di Montecorice, Vittorio Grieco e Gennaro Miccio nelle qualità di responsabile del procedimento e di Soprintendente di Salerno e Biagio Funiciello direttore dei lavori.
Il procedimento penale ha inizio dalla concessione di un provvedimento autorizzativo unico rilasciato dal Suap Cilento su richiesta della società Marvin snc di cui erano soci i Maffia con il quale si consentiva la realizzazione di un impianto di distribuzione di carburanti da ubicarsi nel comune di Montecorice su terreno di proprietà dei Maffia e che avrebbe consentito la delocalizzazione di un insediamento produttivo preesistente situato nel centro abitato di Agnone.
Il carattere di interesse pubblico dell’intervento era stato dichiarato con deliberazione del Consiglio comunale avente peraltro carattere di necessità e di urgenza. Secondo l’accusa i parerei favorevoli espressi dagli enti, nella persona dei loro funzionari, avevano consentito la realizzazione di movimenti terra sostanziali tali da trasformare la morfologia e l’andamento naturale del territorio circostante nel luogo dove si doveva procedere alla realizzazione dell’impianto produttivo.
E ancora: la Procura ravvisava che l’attività amministrativa eseguita in violazione di legge da parte dei componenti sia la commissione paesaggistico – ambientale sia da parte dei funzionari della Soprintendenza di Salerno, sarebbe avvenuta con l’intenzione di procurare ai fratelli Maffia un ingiusto vantaggio patrimoniale.
L’attività di investigazione difensiva messa in campo al pool difensivo (avv. Michele Tedesco, Giovine Carmine, Maione Gennaro, Francesco Pecora, l’avv. Bonifacio, Franco Maldonato, Di Vietri), con l’ausilio di tecnici, ha portato all’assoluzione di tutti gli imputati. I giudici hanno disposto l’immediato dissequestro e la restituzione agli aventi diritto di quanto caduto in sequestro nel 2012 .
“È fallita – ribadiscono le parti – ancora una volta il tentativo di voler evitare che il Cilento possa volare alto promuovevendo attività produttive che possano migliorare la sua capacità di fare turismo di qualità non solo con le bellezze naturali ma anche fornendo servizi ai tanti turisti che lo scelgono per le loro vacanze”.