L’Antece, il mistero degli Alburni

L'Antece è una scultura rupestre risalente a 2500 anni fa, riconosciuta dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità

Di Maria Elena Mingione

Non tutti sanno che uno dei motivi per concedersi un’escursione fino alla cima della costa Palomba, sugli Alburni, è vedere una scultura rupestre, risalente a circa 2500 anni fa, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.

La visione del suggestivo rilievo su roccia del soldato, alto circa 1.60-1.70 m, munito di armi e circondato da un paesaggio mozzafiato, dona un’incredibile emozione. Stiamo parlando del cosiddetto Antece, ‘’antico’’ in dialetto cilentano, che rappresenta una grande attrazione del borgo di Sant’Angelo a Fasanella nonché un mistero.

 Secondo alcuni studiosi poteva essere un monumento funerario per celebrare un coraggioso guerriero. Secondo altri la scultura rappresenterebbe una divinità pagana che veniva adorata dai lucani, popolazione italica, vissuta nel territorio campano prima dei romani. L’Antece è stato identificato infatti come la divinità pagana degli Alburni, che i lucani erano chiamati a venerare salendo sulla vetta.

A suscitare interesse da parte degli studiosi, sono stati altri ritrovamenti attorno al rilievo come una sorta di vasca con canale di scolo, probabilmente utilizzata per sacrifici che le popolazioni offrivano alla divinità per ottenere grazie. Inoltre attorno alla scultura sembra ci sia un sistema di mura per proteggersi da invasioni. A questo proposito, uno dei dubbi che pervade gli studiosi è sull’utilità di questo tipo di fortificazioni a quota 1200 metri .

 Il luogo costituisce un ottimo appostamento per controllare i movimenti nella valle sottostante, inoltre sono stati trovati numerosi materiali tra cui punte di frecce, da attribuire all’uomo di Neanderthal (parliamo di circa 40 mila anni fa ) che ci fanno pensare che già prima dei lucani, altri popoli avevano apprezzato la posizione del luogo.

Per l’atmosfera mistica, immergersi in questo sacro luogo è particolarmente avvolgente e contribuisce al fascino del luogo il gioco di luce che inevitabilmente si crea sulla scultura.

Vi è un’altra leggenda popolare che fa degli Alburni un luogo incantato, che è quella legata ai Titani.

 I titani nella mitologia greca, sono le forze primordiali del cosmo, ovvero i più antichi dei che si scontrarono con Zeus ed i suoi fratelli poiché contrari al suo dominio. La loro guerra, denominata Titanomachia , fu lunga e violenta e si concluse con la vittoria di Zeus. Una delle versioni del mito narra che i monti Alburni sono proprio i Titani sconfitti e pietrificati. In effetti stupisce guardarli dalla Valle del Sele, perché con un pizzico di fantasia, si puo’ arrivare a vedere il viso di un Titano addormentato rivolto verso il mar Tirreno.

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