E se il Cilento custodisse il tesoro di Alarico?

La tesi sostenuta da alcuni studiosi non è mai stata confermata, anche se è ritenuta plausibile. Scoprire il tesoro di Alarico sarebbe straordinario

Di Maria Elena Mingione

’Il mio scopo è quello di estirpare dalla radice la credenza errata e insensata che la tomba di Alarico fosse stata scavata nel fiume Busento, nei pressi di Cosenza e di ritrovare tracce del passaggio dei Visigoti nelle valli del fiume Busseto, per facilitare la ricerca della tomba di Alarico e del suo favoloso tesoro ‘’

Parole di Angelo Raffaele Amato, scrittore, storico e numismatico che nel suo libro ‘’Il tesoro di Alarico’’ cerca di dimostrare l’ipotesi che il sepolcro di Alarico si trovi proprio nel Cilento.

 Ma partiamo dal principio, chi era Alarico e cosa sappiamo su di lui?  Alarico era un famoso re goto, il primo a mettere a sacco la Roma imperiale nel 410 D.C . Questo re si fece consegnare tutte le ricchezze della città eterna e la mano della figlia dell’imperatore Teodosio, Galla Placidia.

Una febbre acuta lo portò alla morte e venne seppellito in tenuta di guerra insieme al suo cavallo e all’immenso bottino, costituito da tutti i tesori dei templi pagani che Alarico svuotava sistematicamente.

Fino a pochi decenni fa tutto ciò che si sapeva sul sepolcro di re Alarico era presente all’interno dei versi del poeta August von Platen, tradotti da Giosuè Carducci, che localizzavano la sepoltura del re goto in Calabria, presso Cosenza dove scorre il fiume Busento. Oggi questa ipotesi è stata però affiancata da un’altra possibile strada secondo cui è nel Cilento che va ricercata la regale tomba.

Angelo Raffaele Amato riporta nel suo libro ‘’Il tesoro di Alarico’’  la teoria del Prof. Don Luigi Tancredi, studioso di storia, esposta nel testo ‘’Alarico, re dei Visigoti- la localizzazione del sepolcro e del tesoro’’ secondo cui il sepolcro puo’ trovarsi nel Bussento di Policastro e non nel Busento, motivando la mancanza della doppia ‘’s’’ come un errore da parte di copisti.

Lo studioso aggiunge anche una spiegazione storica come prova dell’inesistenza del sepolcro presso Cosenza: Alarico non aveva interessi a spingersi lì poiché era a corto di armamenti e non avrebbe potuto far alloggiare il proprio esercito, questo sarebbe stato possibile invece  nell’ampia valle tra il Bussento e il Mingardo.

Questa zona, percorsa dai Visigoti per dirigersi al sud, era infatti ideale per lo stanziamento dell’esercito ed era conosciuta per la sua fertilità. Con ogni probabilità i Goti dovevano imbarcarsi per la Sicilia per poi raggiungere l’irresistibile Africa, conosciuta per la sua immensa ricchezza dovuta alle estese pianure coltivate a grano e la moltitudine di monasteri e chiese.  Tale tesi però non è stata mai confermata da scavi nella zona di Policastro e Mingardo.

Purtroppo la contesa  storica tra cilentani e calabresi non è giunta al termine e nell’immaginario collettivo il tesoro di Alarico costituisce un enigma.

Ad oggi è difficile affermare con certezza se il tesoro si trovi se nel Busento in Calabria o nel Bussento nel Cilento. Trovarlo sarebbe una delle più grandi scoperte degli ultimi tempi.

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