Nella mattinata odierna, i Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura detentiva domiciliare nei confronti di due fratelli, Luigi Di Bianco (classe ‘68) e Maria Rosaria Di Bianco (classe ‘66), imprenditori salernitani che gestivano una rete di supermercati in città. I due imprenditori arrestati sono accusati dei delitti di bancarotta fraudolenta per distrazione patrimoniale, correlati al fallimento di numerose società riconducibili al medesimo gruppo imprenditoriale.
Tali società avevano accumulato debiti insoluti per oltre 50 milioni di euro, tra cui debiti tributari per oltre 28 milioni di euro. La distrazione ha avuto ad oggetto beni e liquidità per circa 10 milioni di euro da società poi lasciate fallire. Si trattava di un’importante realtà imprenditoriale nella città di Salerno. Negli anni, infatti, gli indagati erano arrivati a gestire contemporaneamente anche 20 supermercati, impiegando fino a 150 lavoratori dipendenti. Ben rodato il sistema attuato nel tempo per continuare l’attività dei punti vendita nonostante l’insolvenza, con passaggi di proprietà tra società formalmente distinte, ma sempre riconducibili al medesimo gruppo familiare.
Le Fiamme Gialle di Salerno hanno individuato una chiara regia, con una sequenza di atti distrattivi, finalizzati ad eludere le pretese dei creditori, attraverso mirate spoliazioni delle società che avevano maturato le esposizioni debitorie nell’esercizio dell’attività commerciale. Venivano così posti in essere continui trasferimenti di beni strumentali, merce, liquidità e dello stesso personale, a volte anche di interi rami d’azienda, di modo che i supermercati continuassero a rimanere aperti senza soluzione di continuità, risultando gestiti da soggetti giuridici neocostituiti, sulla carta del tutto autonomi e distinti da quelli indebitati.
La ricostruzione delle operazioni intercorse è stata resa particolarmente complicata dalla sostanziale confusione dei patrimoni delle diverse aziende del gruppo, con intrecci nella detenzione delle quote societarie, una gestione accentrata della contabilità fiscale e del lavoro, un continuo travaso di personale tra i vari punti vendita, frequenti movimenti finanziari infragruppo senza apparenti ragioni economiche. Anche il ricorso alle procedure concorsuali (concordati preventivi) avveniva in maniera impropria; dietro il dichiarato intento di risanamento della società, vi era in realtà l’obiettivo di evitare il fallimento di imprese che erano state già svuotate di tutte le loro attività ed i cui punti vendita erano in realtà già gestiti da un’altra società sempre facente capo ai medesimi soggetti.
Già una prima volta, nel 2019, la Guardia di Finanza era intervenuta, sempre su delega della Procura di Salerno, ad eseguire il sequestro preventivo di quattro supermercati del gruppo. In quel caso, si procedeva per un’ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, accertata al termine di una verifica fiscale.
Le ulteriori indagini delle Fiamme Gialle coordinate dalla Procura di Salerno hanno portato oggi alla formulazione delle nuove, più gravi accuse ed all’adozione del provvedimento cautelare, che mira ad interrompere una gestione imprenditoriale fatta di distrazioni di beni e di fallimenti che nell’arco di 10 anni hanno generato un “buco” di 50 milioni di euro.