Abbandono di incapace: 41enne di Magliano rischia 4 anni

Il pm ha chiesto 4 anni per un 41enne di Magliano Vetere accusato di abbandono di incapace. A marzo la decisione dei giudici

Di Ernesto Rocco

MAGLIANO VETERE. 4 anni di reclusione per abbandono di incapace. Queste le richieste del Pm per Giorgio Nigro, 41 anni. L’accusa è di aver lasciato morire la convivente, Audenzia Mulè, senza provvedere in alcun modo al sostentamento della donna affetta da una sindrome depressiva e da anoressia nervosa. L’udienza di primo grado, celebrata presso la corte d’Assise, si concluderà la prossima primavera quando i giudici, sentita la difesa dell’imputato, dovranno emettere la sentenza.

Accusato di abbandono di incapace: la vicenda

I fatti risalgono al 2016. La donna, 37 anni, morì l’1 febbraio. Secondo la famiglia di quest’ultima, malata di anoressia, la vittima non sarebbe stata sottoposta ad adeguate cure da parte del convivente.

Di qui l’avvio dell’inchiesta sfociata nel rinvio a giudizio per il 41enne accusato di abbandono di incapace: la donna, secondo i magistrati, non sarebbe stata in grado di provvedere a sé stessa e il convivente avrebbe omesso di affidarla a personale qualificato e di assisterla adeguatamente.

Un comportamento che per i giudici avrebbe alla lunga portato alla morte avvenuta per “un’insufficienza cardio-respiratoria acuta conseguente a tachiaritmia ventricolare”.

La difesa

Da queste accuse il 41enne, rappresentato dall’avvocato Emanuela Rossomando è stato chiamato a difendersi. I familiari si sono costituiti parte civile.

Nigro aveva sostenuto che la convivente non gradisse intromissioni da parte di estranei e diceva di essere convinta di riuscire ad uscire da sola dalla situazione in cui si trovava. Durante il processo la consulente della Procura sostenne che il decesso fosse avvenuto per un problema al cuore, e come tale “un evento imprevisto e imprevedibile”.

Secondo le accuse, invece, proprio la mancata assistenza avrebbe alla lunga portato alla morte avvenuta per “un’insufficienza cardio-respiratoria acuta conseguente a tachiaritmia ventricolare”. Di qui l’accusa per abbandono di incapace.

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