Piste da sci chiuse fino al 5 marzo, è polemica

Piste da sci chiuse e c'è chi invoca un nuovo lockdown. La situazione: prime grane per il nuovo governo presieduto da Draghi

Di Ernesto Rocco

Le piste da sci restano chiuse almeno fino al 5 marzo. La decisione è arrivata ieri, ad ufficializzarla il ministro della Salute Speranza dopo aver sentito il Cts che giudica la riapertura troppo rischiosa.
Ma lo stop del governo non ferma lo sci nella Piana di Vigezzo, 1.720 metri nel Comune di Craveggia (Vco), in alta Ossola. Qui i gestori della stazione sciistica hanno deciso di aprire gli impianti, così come riferisce l’Ansa.

Piste da sci chiuse, le polemiche

“Ancora venerdì la Regione ci aveva assicurato l’apertura e noi abbiamo predisposto tutto, in sicurezza, per riaprire. Così lo abbiamo fatto”, dice Luca Mantovani, titolare della società che gestisce gli impianti nella valle a ridosso del Canton Ticino. I ministri Giorgetti e Garavaglia chiedono indennizzi adeguati per la montagna.

Le reazioni della politica

Ira sulle piste da sci chiuse di Fontana, Zaia, Bonaccini e Toti che vogliono “allargare la cabina di regia alle istanze dell’economia”. La chiusura degli impianti anche nell’ultima parte della stagione è destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull’intera economia che ruota intorno al turismo invernale che ha un valore stimato prima dell’emergenza Covid tra i 10 e i 12 miliardi di euro all’anno tra diretto, indotto e filiera. Lo afferma la Coldiretti.

Le decisioni future

Ora, con l’ultimo dpcm in scadenza proprio il 5 marzo, la partita si giocherà proprio sulla linea da adottare in merito alle nuove misure anti-Covid, forse anche prima di quella data.

Da un lato c’è la linea del consulente alla Salute, Walter Ricciardi, per il quale è “necessario adottare una drastica strategia no-Covid come hanno fatto i Paesi dell’Asia o Germania e Stati Uniti”, attuando “un lockdown totale immediato ma di durata limitata”, magari aspettando di poter imprimere la giusta spinta alla campagna vaccinale.

Dall’altro chi annuncia un cambio di passo in direzione opposta, a partire da una nuova squadra invocata da una parte consistente della stessa maggioranza di Governo.

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